Bachelet: Mettere in pratica le leggi di prevenzione della tortura in Iraq

Sebbene le leggi in Iraq criminalizzino la tortura e stabiliscano garanzie procedurali per prevenirla, un nuovo rapporto pubblicato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) e dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite per l’Iraq (UNAMI), chiarisce che la pratica continua nelle prigioni di tutto il paese. Pur riconoscendo i cambiamenti legali contro la tortura, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha dichiarato che “le autorità devono attuare effettivamente le disposizioni scritte nella legge in ogni centro di detenzione”.  “Se no, rimangono lettera morta”. Coprendo il periodo dal 1° luglio 2019 al 30 aprile di quest’anno, il rapporto si basa su interviste condotte con 235 detenuti, insieme a personale carcerario, giudici, avvocati e famiglie dei detenuti. Il rapporto, Diritti umani nell’amministrazione della giustizia in Iraq: condizioni legali e garanzie procedurali per prevenire la tortura, afferma che le procedure legali progettate per portare gli interrogatori e la detenzione sotto controllo giudiziario entro 24 ore dall’arresto iniziale, non sono rispettate; e l’accesso a un avvocato è sistematicamente ritardato fino a dopo che le forze di sicurezza interrogano i sospetti.  Il rapporto solleva anche la preoccupazione che le autorità ignorino i segni di tortura; le procedure di reclamo non sembrano essere né giuste né efficaci; e un’apparente mancanza di responsabilità per questi fallimenti.  Per Bachelet “Il fatto che molti detenuti scelgano di non denunciare tali trattamenti per mancanza di fiducia, o per paura di rappresaglie, indica la loro mancanza di fiducia nel sistema.” Questo deve essere affrontato”, ha aggiunto, sottolineando che “raccomandazioni specifiche su come affrontare questo flagello” sono incluse nel rapporto. “L’ONU è pronta ad aiutare il governo iracheno in questo sforzo”. Gli autori raccomandano l’adozione di una legge globale contro la tortura e di un piano d’azione nazionale – pienamente in linea con la legge internazionale sui diritti umani, in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.

L’Alto Commissario ha concluso affermando “La prevenzione della tortura nella realtà, e non solo sulla carta, contribuirebbe alla pace e alla stabilità a lungo termine, ed è quindi nell’interesse dello Stato e delle vittime.

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