Irene Testa, segretaria dell’associazione Il Detenuto Ignoto e Maurizio Turco del Partito radicale hanno dichiarato:
“Su Marcello Dell’Utri si sta riversando il peso di una istituzione, il carcere e dell’istituzionalizzazione della pena che vanno aldilà della singola persona.
La decisione di tenerlo in carcere non fa che ribadire la prassi di un carcere, di una detenzione, di una pena, della malattia in carcere che sono stati istituzionalizzati in aperta violazione con le norme minime dello Stato di Diritto.
Non regge più nemmeno il richiamo alle “regole del gioco” essendo il gioco truccato, ormai ci vogliono anni anche ad avere un responso dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo!
Oggi è doveroso, anzi è un obbligo per i militanti dei diritti umani alzare la bandiera di Marcello Dell’Utri, proprio per la sua notorietà che per lui rischia di essere un ulteriore costo, per i tanti Marcello Dell’Utri senza voce, magari senza avvocato o senza un giudice di sorveglianza.
Il sovrappiù di pena derivante dalla mancanza di tutela della salute è, per tutti i detenuti, una sanzione aggiuntiva, frutto di una malaccorta gestione riduttiva dei poteri del tribunale di sorveglianza. Continuiamo la lotta, insieme.”