IRAN – Elisabetta Zamparutti: “Era il ministro della morte, ora Avaie verrà rivevuto all’ONU

Articolo apparso sul quotidiano Il Dubbio a firma di Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno tocchi Caino e presidenza del Partito Radicale:

Il Ministro della Giustizia iraniano, responsabile di crimini contro l’umanità interviene al Consiglio dell’ONU per i Diritti Umani
Nessuno tocchi Caino e il Partito Radicale sono sconcertati dalla partecipazione del Ministro della Giustizia iraniano Seyyed Alireza Avaie alla sessione del Consiglio per i diritti umani a Ginevra.

In quanto membro della Commissione della Morte della provincia del Khuzestan, Avaie è uno dei responsabili del massacro, nel 1988, di oltre 30.000 prigionieri politici. Tra il 1979 e il 1988, è stato procuratore generale a Dezful e ad Ahvaz. Come spiega in una nota il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, oggi guidato da Maryam Rajavi, durante il massacro del 1988, per ordine di Khomeini, venne nominato membro della Commissione della Morte, rendendosi responsabile dell’esecuzione di molti detenuti nel carcere di Dezful. Secondo alcuni testimoni oculari, i prigionieri minorenni vennero impiccati a gruppi di due o tre in una zona isolata dietro il cortile del carcere, per ordine proprio di Avaie.

Negli ultimi anni Avaie è stato a capo del dipartimento di giustizia dei mullah nelle province del Lorestan, di Markazi e Isfahan. È stato presidente della magistratura nella provincia di Teheran tra il 2005 e il 2014. Dopodiché è diventato vice-ministro dell’interno e a luglio 2016 Rouhani lo ha nominato capo dell’Ufficio dell’Ispettorato della Presidenza.

L’Unione Europea, nell’ottobre 2011, ha incluso il suo nome nella lista delle sanzioni per violazione dei diritti umani e partecipazione diretta alle torture e al massacro dei prigionieri politici. Una decisione grave che l’UE ha motivato così: “Come presidente della magistratura di Teheran è stato responsabile di violazioni dei diritti umani, arresti arbitrari, negazioni dei diritti dei prigionieri e aumento delle esecuzioni”. Avaie è anche nella lista delle sanzioni finanziarie nel Regno Unito per il suo ruolo nella sistematica violazione dei diritti umani.

Su di lui, in quanto attuale Ministro della Giustizia, ricade anche la responsabilità della brutale repressione delle recenti proteste popolari e dell’arresto di almeno 8.000 persone, nonché della morte sotto tortura dei detenuti.

In virtù di questo “curriculum” l’unica tribuna che a Seyyed Alireza Avaie dovrebbe essere consentita è quella degli imputati di fronte a un tribunale penale internazionale. Invece prenderà la parola il 27 febbraio nel più autorevole organismo sui diritti umani delle Nazioni Unite. Ma davvero la comunità internazionale è disposta ad ignorare le sue gravissime violazioni dei diritti umani?
Il Governo italiano ha finora mantenuto una politica di acquiescenza nei confronti del regime dei Mullah, arrivando addirittura, con il Ministro Carlo Calenda, a dare garanzie economico-finanziarie, ovviamente con denaro dei contribuenti italiani, a chi investirà nel rischiosissimo Iran che continua a usare le risorse economiche per sostenere Assad in Siria oltre che Hezbollah ed Hamas.

Non si è sentita una parola di condanna, né dal nostro Governo, né dalla Rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini, per il massacro del 1988, per gli arresti di massa dei dimostranti e le morti per tortura in carcere, non una parola sul caso di Ahmadreza Djalali il ricercatore iraniano che ha lavorato anche in Italia e che ora rischia l’esecuzione in Iran, dove il boia continua a lavorare a pieno ritmo con oltre 540 esecuzioni nell’anno appena concluso.
Ma fino a che punto l’Italia può continuare a tacere?

Intervista ad Elisabetta Zamparutti sulla partecipazione del Ministro della Giustizia iraniano Avaie al Consiglio per i diritti umani dell’ONU: http://www.radioradicale.it/scheda/534264/intervista-ad-elisabetta-zamparutti-sulla-partecipazione-del-ministro-della-giustizia

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