Lettera al Phnom Penh Post
30 aprile 2018
Caro Direttore,
Dopo l’articolo di The Post intitolato “Hun Sen in difesa della Cina elogia gli investimenti e gli aiuti allo sviluppo” (26 aprile), vorrei fare le seguenti osservazioni.
Il principale problema degli investimenti cinesi è la totale mancanza di trasparenza, che favorisce la corruzione tra gli investitori cinesi e i funzionari governativi cambogiani. Questi investimenti consistono generalmente in accordi “win-win-lose”, in cui il popolo cambogiano è il perdente senza voce.
Si ritiene che gli investimenti stranieri creino posti di lavoro nel paese ospitante, ma non è così nel caso degli investimenti cinesi in Cambogia perché i lavoratori necessari provengono dalla Cina, dove una parte del denaro frutto di tali “investimenti” vi fa necessariamente ritorno. Anche il trasferimento di tecnologie – un altro vantaggio normalmente associato agli investimenti esteri diretti – non esiste.
Con l’importazione di manodopera cinese, non viene formato nessun lavoratore cambogiano perché acquisisca competenze professionali e non vi è alcuna possibilità di sviluppare le risorse umane di cui il paese ha bisogno, proprio come sottolineato dallo stesso Primo ministro Hun Sen come scusa per l’onnipresenza di lavoratori cinesi. Il governo di Hun Sen sta quindi alimentando un circolo vizioso che mantiene la Cambogia nell’ignoranza, nella povertà e nella dipendenza.
Notiamo spesso che, quando si tratta della Cambogia di Hun Sen, la Cina tende generosamente una mano, usando l’altra per riprendersi avidamente altri vantaggi immediati e sproporzionati sotto forma di concessioni minerarie, forestali e fondiarie, oltre a redditizi contratti commerciali privi di rischio, come nel caso della produzione di energia idroelettrica.
Il massiccio turismo cinese è organizzato intorno a società cinesi e il denaro che entra in circolazione in Cambogia non supera i costi ecologici e sociali sostenuti dal nostro paese.
Sappiamo che Hun Sen ha disperatamente bisogno del sostegno della Cina per proteggere il suo regime, dato che la Cina non si cura dello stato di diritto, della democrazia e dei diritti umani nei paesi in cui “investe”. Con l’irresponsabile scelta di schierarsi con la Cina solo per rimanere aggrappato al potere, Hun Sen mostra tutta la sua miopia economica e la sua mancanza di considerazione per gli interessi della Cambogia.
Sam Rainsy
Leggi la lettera sul sito del Phnom Penh Post