Il 20 giugno 2018, Ben Ferencz, Procuratore capo statunitense nel caso delle Einsatzgruppen al Processo di Norimberga, ha introdotto con un messaggio video l’evento “SOS Stato di Diritto” tenutosi a margine della 38ª sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra.
L’evento è stato organizzato dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito e dal Comitato Globale per lo Stato di Diritto “Marco Pannella”, con il sostegno di Nessuno Tocchi Caino e dell’Istituto di Siracusa in cooperazione con la Missione Permanente d’Italia presso le Istituzioni Internazionali di Ginevra.
Il testo del suo messaggio:
“Un saluto a tutti. Mi chiamo Ben Ferencz e vi parlo da Delray Beach, in Florida, a febbraio del 2018. Ringrazio Laura Harth per avermi invitato a offrivi alcune considerazioni che potrete utilizzare nella vostra celebrazione dello stato di diritto. Quando sento la parola “diritto” mi ricordo del mio Comandante supremo nella Seconda Guerra Mondiale, che ho vissuto come soldato dalle spiagge della Normandia all’offensiva finale delle Ardenne: Dwight D. Eisenhower, che comandò tutte le truppe. Da Presidente degli Stati Uniti chiarì che il mondo non può più fare affidamento alla forza, se vogliamo che la civilizzazione sopravviva. Occorre affidarsi allo stato di diritto e io sono assolutamente d’accordo. Quello che accade oggi è che i giovani, quando i Capi di Stato non si trovano d’accordo, subiscono tantissima propaganda e vengono mandati lontano ad uccidere altri giovani che nemmeno conoscono, che non hanno fatto niente di male, a nessuno. Si ammazzano finché non si stancano, poi dichiarano vittoria e poi ricominciano. Come fanno a fare cose così stupide? Perché sono ingannati. Credono di agire per difendere il loro paese o per qualche altro nobile obiettivo, per proteggere il loro credo religioso, per proteggere la loro condizione economica, ma non vedono il quadro intero. La cosa fondamentale, se ci si affida al buonsenso umano – e il Procuratore Jackson al Processo di Norimberga enfatizzò molto la necessità di avere buonsenso – è stabilire i fatti per quello che sono. I governi purtroppo sono troppo occupati a spiarsi a vicenda solo per poi condannare lo spionaggio e raccontare storie che vogliono somigliare, solo un po’, alla verità. Quindi prima di tutto occorre stabilire i fatti e vedrete che il diritto sarà sempre meglio della guerra. Anche se è una brutta decisione, è meglio che fare la guerra. Sono sicuro che chi mi ascolta, a Roma o a Ginevra, sarà d’accordo perché sappiamo cosa significhi essere in guerra. Spero che le nuove generazioni non dovranno vivere quell’orrore. Quindi auguro a tutti buon lavoro. Riconoscere tutto il progresso che è stato fatto richiede pressione e determinazione costanti da parte delle nuove generazioni e passo il testimone a voi, con i miei migliori auguri. Arrivederci.“