Missione del Partito Radicale nel sud-est asiatico

Dal 26 luglio al 5 agosto una delegazione del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito (PRNTT) รจ stata in missione nel sud-est asiatico, precisamente in Thailandia e Cambogia, in occasione delle elezioni legislative tenutesi domenica 29 luglio in Cambogia. La delegazione era composta dal Senatore Roberto Rampi, dal membro della Presidenza del Partito Radicale Matteo Angioli, dal corrispondente dallโ€™Asia di Radio Radicale Francesco Radicioni ai quali si รจ affiancato il Senatore giapponese Yukihisa Fujita che รจ anche presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato. I luoghi toccati sono stati Bangkok, Phnom Penh e Sihanoukville. I due senatori sono stati presenti solo a Phnom Penh dal 27 al 30 luglio.

Contesto

La Cambogia รจ un paese di quasi 16 milioni di abitanti, formalmente una monarchia costituzionale parlamentare bicamerale. Lโ€™ONU la classifica come uno dei โ€œPaesi meno sviluppatiโ€ ed รจ infatti ampiamente dipendente da aiuti stanziati da paesi terzi. La Cambogia รจ governata da 33 anni dalla stessa persona, il Primo Ministro Hun Sen, un ex khmer rosso fuggito dal paese nel 1977 e rientrato con il sostegno del Vietnam per rovesciare il regime di Pol Pot. Affermatosi abilmente e rapidamente negli anni dellโ€™occupazione vietnamita della Cambogia, Hun Sen guida il paese ufficialmente dal 1985 con il suo Partito Popolare Cambogiano (PPC) diventando quindi la figura di riferimento anche per gli Accordi di Parigi che nel 1991 siglarono, sotto egida ONU, il passaggio alla democrazia rappresentativa multipartitica, fissata nel 1993 con lโ€™adozione della nuova Costituzione. Negli anni perรฒ, nonostante elezioni aperte ad altri partiti, lโ€™alternanza democratica non si รจ mai realizzata. Anzi, Hun Sen ha continuato ad occupare progressivamente il potere allargando il suo clan e inserendo sempre piรน pedine nei gangli dello Stato.

Lโ€™opposizione si รจ raccolta attorno a Sam Rainsy, ex Ministro delle Finanze negli anni โ€™90 quando il governo era costituito da unโ€™alleanza di partiti, tra cui quello del re, guidato da Hun Sen. Finita lโ€™esperienza di Ministro, Rainsy ha animato il Sam Rainsy Party prima e il Cambodia National Rescue Party (CNRP – Partito Cambogiano di Salvezza Nazionale) poi, incrementando in consensi di elezione in elezione, fino a raggiungere addirittura il 44% alle comunali dellโ€™aprile 2017. Ed รจ stato a quel punto che il vento รจ cambiato per lโ€™opposizione.

Nel febbraio 2017 Rainsy era giร  stato raggiunto dallโ€™ennesimo provvedimento ad personam che lo aveva costretto a dimettersi dalla presidenza del CNRP e a far ritorno in esilio a Parigi. Il suo successore, Kem Sokha รจ stato incarcerato il 3 settembre 2017 con lโ€™accusa di collusione con potenze straniere per rovesciare il governo. Da allora attende di essere giudicato. Il 4 settembre 2017 il Cambodia Daily, principale quotidiano anglofono non asservito al regime รจ stato chiuso con lโ€™accusa di aver evaso il fisco. Complessivamente, nel 2017, oltre 30 stazioni radiofoniche sono state chiuse, tra cui Radio Free Asia. Ma il colpo di grazia รจ arrivato il 16 novembre 2017 quando la Corte Suprema, con una sentenza politicamente motivata, ha messo al bando il CNRP radendo al suolo quanto edificato in termini sociali e politici ed escludendolo quindi dalle elezioni del 29 luglio 2018. Giova sottolineare che il presidente della Corte Suprema รจ un membro del Partito Popolare Cambogiano.

Sam Rainsy รจ iscritto al Partito Radicale da circa quindici anni, che ha permesso lโ€™esistenza di una lunga collaborazione tra lโ€™opposizione cambogiana e il Partito Radicale. Nel 2003 e 2008 il Partito Radicale รจ stato in Cambogia con due delegazioni guidate da Marco Pannella in sostegno della compagine di Rainsy. Da alcuni anni, non solo Sam Rainsy, ma lโ€™intera (ormai ex) opposizione parlamentare e circa 200 attivisti della diaspora cambogiana in Europa sono iscritti al Partito Radicale.

La delegazione

La nostra presenza voleva ribadire il sostegno al CNRP nel momento piรน buio e difficile per lโ€™opposizione e la democrazia in Cambogia e verificare sul terreno le condizioni generali in cui si sarebbero svolte le elezioni. La visita non รจ stata dunque una missione di osservazione elettorale. Ciรฒ in linea con la decisione di Stati Uniti, UE e Giappone di non inviare nessun osservatore elettorale a causa dellโ€™esclusione dalla competizione elettorale del principale partito di opposizione, il CNRP. Non avendo quindi fatto richiesta per essere registrati come osservatori, non abbiamo avuto accesso ai seggi, ma รจ stato piรน che sufficiente immergersi nella realtร  esterna ad essi per comprendere quali siano state le violazioni, oltre alla determinante assenza del CNRP, che hanno ulteriormente reso queste elezioni una farsa.

Una posizione leggermente diversa era quella del Senatore Fujita che era ufficialmente presente come โ€œSpecial Guestโ€ per osservare il corretto uso di alcuni strumenti (per esempio il contenitore delle schede elettorali) che il Giappone aveva fornito alla Cambogia prima di giungere in extremis alle stesse conclusioni di USA e UE di non inviare osservatori elettorali. Grazie al Sen. Fujita, che ha avuto accesso ai seggi e abbiamo raccolto informazioni supplementari.

Sono stati comunque presenti numerosi osservatori elettorali ufficiali, su invito del governo di Hun Sen. Secondo la National Election Commission (NEC) e la Committee for Free and Fair Election (COMFREL) erano oltre 50.000, in gran parte provenienti da Cina, Russia, Singapore, Thailandia, Filippine, Myanmar, Kazakistan. E mentre, allโ€™indomani del voto, questi paesi hanno salutato le elezioni come un successo democratico e si sono congratulati con Hun Sen, Stati Uniti, UE, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, UK, Francia, Germania e Svezia, le hanno invece condannate definendole nรฉ libere nรฉ corrette.

Bangkok

Andando per ordine, a Bangkok abbiamo incontrato il Vice Rappresentante della Rappresentanza di Taiwan in Thailandia Paul Shek, con cui abbiamo parlato del ruolo sempre piรน preminente che Taiwian ambisce ad avere nel continente asiatico come riferimento e fulcro del diritto e della democrazia. Nella periferia di Bangkok abbiamo incontrato alcuni rifugiati Montagnard, fuggiti alla continua oppressione esercitata dal governo di Hanoi nei confronti degli indigeni che abitano gli altopiani centrali del Vietnam. I richiedenti asilo e i rifugiati giร  riconosciuti dallโ€™UNHCR, circa 200 in totale, ci hanno spiegato le difficili condizioni di vita derivanti dalle strutture fatiscenti in cui vivono e dal limbo amministrativo in cui si trovano. Nessuno di loro รจ infatti autorizzato ad avere unโ€™occupazione legale perchรฉ, tra lโ€™altro, la Thailandia non ha ratificato la Convenzione sui Rifugiati. A Bangkok abbiamo potuto parlare anche con lโ€™Ambasciatore italiano in Thailandia Lorenzo Galanti, per informarlo della missione e con Stephen Majors, vice-direttore del programma di aiuti USAID nellโ€™Asia del sud-est. Altro incontro รจ stato quello con Andrea Giorgetta, direttore dellโ€™Asia desk della Fรฉdรฉration International pour le Droits Humains (FIDH) che ci ha presentato le attivitร  condotte in buona parte del sud-est asiatico e facilitato i contatti con alcune ONG cambogiane. Infine, prima di recarci a Phnom Penh, abbiamo incontrato due membri del CNRP, lโ€™ex deputato Long Ry e lโ€™ex candidato al Senato Mounh Sarath. Sono due dei sei ex parlamentari rimasti in Thailandia che non hanno ancora lasciato il paese nonostante i pedinamenti e le pressioni con cui devono convivere. Long Ry, era anche il responsabile per la sicurezza nel governo ombra cambogiano e ha dovuto lasciare il paese in tutta fretta dopo aver appreso che era finito nella lista di coloro che il regime stava per arrestare. Long e Mounh sono convinti che una delle vie da percorrere per indebolire Hun Sen sia quella delle sanzioni mirate. Sanzioni cioรจ che colpiscano i singoli membri del governo e non la popolazione. Nelle due ore passate insieme abbiamo avuto anche un ricordo di Marco Pannella che lโ€™ex deputato aveva conosciuto durante la campagna elettorale del 2008.

Phnom Penh

Il 27 luglio la delegazione ha raggiunto la capitale cambogiana Phnom Penh ed รจ stata subito evidente la onnipresenza del partito di Hun Sen. Gli unici cartelloni e manifesti elettorali che si vedono sono quelli del partito al potere, il PPC. Forme e dimensioni differenti che ritraggono il volto di Hun Sen e il simbolo del partito. Sono davvero rari, e comunque sempre di piccola dimensione, i manifesti degli altri partiti. Il primo incontro รจ stato con Teav Vannol, ex senatore del CNRP, uno dei pochissimi ex legislatori che ha deciso di non lasciare la Cambogia. Su 66, ne sono rimasti soltanto 13. Siamo stati accolti nella vecchia sede del CNRP, a due passi dal centro della cittร , ora dissequestrata a seguito di un ricorso e in attesa del pronunciamento finale in tribunale. Nel frattempo Teav รจ riuscito a riaprirla e a renderla sede del Candle Light Party (partito il cui simbolo รจ quello usato originariamente da Rainsy per il Sam Rainsy Party) che non ha partecipato alle elezioni sposando la campagna di boicottaggio lanciata dal CNRP. Ci ha mostrato la sede, gli uffici, la sala conferenze, la sala di registrazione per collegamenti radio e per le dirette video su Facebook. Un edificio che impiegava circa cento persone e in cui per molto tempo hanno vissuto giorno e notte Sam Rainsy e soprattutto Kem Sokha. Per questโ€™ultimo infatti la sede del CNRP era ormai un rifugio contro le intimidazioni che aveva iniziato a subire regolarmente. Teav si รจ detto intenzionato a ricostruire lโ€™opposizione, senza perรฒ entrare nei dettagli sul come data la situazione assolutamente avversa che si รจ venuta a creare nel paese. Riguardo al voto, il suo pronostico รจ di unโ€™astensione del 50% contando soprattutto sui tantissimi giovani che non si riconoscono minimamente nellโ€™insopportabile onnipresenza del PPC che fa perdere loro qualsiasi interesse nella politica. Sulle sanzioni ci รจ sembrato molto duro: ben vengano le sanzioni mirate come proposto dagli Stati Uniti e quelle dellโ€™UE sotto forma di sospensione del tariffario preferenziale sulle importazioni dalla Cambogia in UE noto come โ€œEverything But Armsโ€ (Tutto Tranne Armi). Tutto pur di colpire Hun Sen. Secondo Taev la Cambogia รจ ormai invasa e dipendente dalla Cina e dunque lโ€™applicazione di entrambe le sanzioni costituisce lโ€™unica via percorribile per contrastare sia il regime di Hun Sen sia lโ€™influenza cinese.

Successivamente la delegazione si รจ incontrata con due esponenti di altri partiti minori: Loek Sothea del Grassroot Democratic Party (GDP) e Kong Monika del Khmer Will Party (KWP), che non hanno aderito al boicottaggio elettorale. Il GDP รจ una piattaforma largamente costruita su base rurale e ispirata allโ€™azione di Kem Ley, un attivista molto conosciuto nel paese per le sue inchieste tese a mettere in luce i soprusi del governo soprattutto nei confronti dei cambogiani che popolano le zone piรน povere del paese. Unโ€™attivitร  che gli รจ costata la vita essendo stato assassinato nel luglio 2016 a Phnom Penh. Ovviamente come tutti i partiti, il GDP non ha avuto accesso ai media e Facebook non รจ stato sufficiente ad essere conosciuto. Stesso dicasi per il KWP che addirittura รจ nato solo tre mesi prima delle elezioni. Entrambe le formazioni sono critiche del CNRP perchรฉ avrebbe adottato un approccio troppo avversativo rispetto al PPC e non avrebbe sviluppato una efficace dialettica democratica interna, ma di tipo top-down. Sebbene comprendano lโ€™idea del CNRP di invitare a disertare le urne, ritengono giusto partecipare alle elezioni per inserirsi in qualsiasi spazio possibile, benchรฉ ciรฒ contribuisca a dare legittimitร  ad Hun Sen che infatti difende il processo elettorale essendo stati venti i partiti presenti sulla scheda elettorale.

L’indomani abbiamo incontrato il Rappresentante dellโ€™Alto Commissario ONU ai Diritti Umani in Cambogia Simon Walker e il vice direttore del programma Asia di Human Rights Watch Phil Robertson. Walker ci ha fornito una panoramica della situazione nel paese sottolineando come il regime si vanti del fatto che a differenza di altri paesi, la campagna elettorale non abbia registrato nessun episodio di violenza. Sostanzialmente in Cambogia regna la pace, ma una pace da intendersi come assenza di guerra, non come pace positiva. Se รจ vero che non ci sono assassinii extra-giudiziari, รจ pur vero che il sistema giudiziario รจ corrotto in quanto controllato dal PPC. Lโ€™ufficio di Walker cerca di essere presente a tutte le udienze relative a casi di dispute su proprietร  terriere per documentare le violazioni nelle operazioni di espropriazioni che si terminano puntualmente con magre compensazioni del governo per i contadini colpiti. Walker ci ha anche illustrato brevemente la situazione carceraria che presenta criticitร  dovute al sovraffollamento, alle strutture fatiscenti e alla mancanza di personale.

Apprezzando la nostra delegazione, Robertson ci ha offerto unโ€™analisi identica a quella che abbiamo potuto fare grazie alle informazioni che Rainsy continua a diffondere da Parigi e ha commentato con molto interesse la proposta statunitense di stabilire sanzioni contro i membri del regime, auspicando che agli stati Uniti si accodi lโ€™Australia essendo quello il paese straniero in cui molti membri del governo di Hun Sen hanno interessi consistenti e il cui congelamento creerebbe serie difficoltร . Robertson ci ha informati anche della presenza di unโ€™altra delegazione formata da circa 50 parlamentari europei, in carica ed ex, provenienti prevalentemente da paesi dellโ€™est europeo, tutti i paesi del gruppo Visegrad, ai quali si devono aggiungere 7 italiani, un francese e un britannico. Tutti appartenenti a formazioni di estrema destra e tutti invitati da una ONG filorussa denominata โ€œKianโ€. Per lโ€™Italia erano presenti tra gli altri, Antonio Razzi, Andrea Dalmastro e Fabrizio Bertot. Intervistato da Francesco Radicioni per Radio Radicale, Razzi ha detto di essere a Phnom Penh sulla strada di Pyongyang e di osservare le elezioni per accertarsi che tutto proceda โ€œa regola dโ€™arteโ€. La delegazione, che sguazza in un mare dโ€™ignoranza rispetto alle condizioni del paese, dellโ€™opposizione e degli aiuti che lโ€™UE fornisce a questo paese, รจ stata ricevuta con tutti gli onori da Hun Sen e a fine missione ha espresso soddisfazione per la perfetta organizzazione e lo svolgimento delle elezioni.

Inoltre abbiamo conosciuto due componenti del direttivo di una ONG locale, ADHOC, Chhan Sokunthea e Samantha Shearman. Abbiamo anche avuto uno scambio di opinioni telefonico, perchรฉ non รจ stato possibile incontrarci, con Alejandro Gonzalez Davidson della ONG Mother Nature e con Naly Pilorge di LICADHO attive rispettivamente nel campo dellโ€™espropriazione di terre e nella difesa dei diritti fondamentali.

Il 29 luglio si รจ consumata la formalitร  elettorale. Dopo 21 giorni di campagna elettorale (nelle tornate precedenti erano 30 giorni) alle 7 sono stati aperti i seggi. Era possibile votare fino alle 15. Abbiamo cercato di coprire un numero cospicuo di seggi. Per farlo, Radicioni รจ rimasto a Phnom Penh, mentre Fujita, Rampi e Angioli sono andati nelle periferie e nella provincia di Kandal, a sud di Phnom Penh, a bordo di una vettura fornita dallโ€™Ambasciata del Giappone. Ovunque ci siamo recati, nelle scuole o nei templi adibiti a seggio elettorale, non abbiamo riscontrato tensioni nรฉ code particolari. In un paio di occasioni una fila di non piรน di 10 elettori.

In ogni seggio erano presenti numerosi giovani โ€œvolontariโ€, membri di una ONG creata da uno dei figli di Hun Sen, per coadiuvare il personale di voto. Allโ€™entrata di ogni seggio erano inoltre affisse le liste dei nomi degli elettori, con tanto di fotografia, che si erano registrati per votare. Tra questi abbiamo saputo esserci anche quella di Kem Sokha che perรฒ รจ imprigionato nel nord del paese. Complessivamente unโ€™atmosfera stanca e piatta sembrava accompagnare la giornata. Parlando con alcuni locali e con due ex giornalisti della redazione del Phonm Penh Post, abbiamo appreso quali sono gli escamotage approntati dal governo per incoraggiare la partecipazione e verificare che gli elettori andassero alle urne: buste di 5 dollari per andare a votare distribuite ai lavoratori del tessile e dellโ€™immobiliare, sconti sullโ€™acquisto di beni di uso quotidiano, minacce di sospendere lo stipendio per alcuni giorni. Un ex giornalista del Phnom Penh Post ci ha raccontato che per verificare che nei villaggi le famiglie avessero votato โ€œcorrettamenteโ€, funzionari e/o militanti del PPC spiegavano ad ogni nucleo familiare come votare ovvero: alcuni dovevano fare una X, altri una V, altri un cerchio, altri ancora un meno, una parentesi e cosรฌ via.

A fine giornata la NEC ha annunciato il dato di affluenza: 82%. Dato che sarebbe aumentato in particolare nelle ultime 2-3 ore prima della chiusura dei seggi. I risultati definitivi saranno annunciati nei prossimi giorni, ma intanto un portavoce del governo ha giร  dichiarato che il PPC avrebbe vinto tutti i 125 scranni dellโ€™Assemblea Nazionale. Man mano che affluivano i dati sullโ€™affluenza e i primi voti dalle varie provincie, su tre canali differenti, tra cui TVK il principale canale pubblico nazionale, veniva trasmesso un โ€œdocumentarioโ€ propagandistico di celebrazione del leader Hun Sen che ha mantenuto la pace nel paese, neutralizzando il piano destabilizzante dei traditori Rainsy e Sokha volto a portare la guerra civile in Cambogia per mano di potenze straniere e di bande di traditori, facinorosi e drogati.

Il 30 luglio abbiamo incontrato lโ€™Ambasciatore dellโ€™UE in Cambogia George Edgar e quello americano William Heidt. Entrambi hanno ribadito lโ€™importanza di non legittimare queste elezioni con lโ€™invio di osservatori elettorali. Heidt ha condiviso con noi il comunicato del Dipartimento di Stato in cui si afferma che le elezioni non sono state nรฉ libere nรฉ corrette. Mentre Edgar, in merito alle possibili sanzioni, ha confermato che lโ€™UE ha avviato unโ€™indagine sulla possibile attivazione delle clausole di salvaguardia che dovrebbero portare ad una riduzione o sospensione dellโ€™accordo EBA con la Cambogia.

Sihanoukville

Dallโ€™1 al 4 agosto, dopo la partenza dei senatori Rampi e Fujita, la missione รจ proseguita nel sud della Cambogia, a Sihanoukville, una cittร  sul mare a 230 km da Phnom Penh, teatro da circa due anni di uno stravolgimento profondo a causa di imponenti investimenti dalla Cina e, in misura assai inferiore, dalla Russia. Lโ€™avvento cinese รจ una fonte di problemi sociali, economici e ambientali non indifferente. Abbiamo avuto modo di parlare sia con alcuni proprietari di un piccolo ristorante nel centro si Sihanoukville, sia con alcuni avventori cinesi. La strategia la conosciamo giร : imprenditori cinesi offrono forti somme di denaro ai locali per vendere la proprietร  (edificio o terra) e immediatamente affittare o costruire decuplicando il prezzo originario. Il conseguente innalzamento generale del costo della vita costringe molti cambogiani a dover lasciare la cittร  e cercare di ricominciare nelle campagne circostanti o altrove. Sono pochi i residenti locali che possono permettersi di restare. Solitamente lo fa solo chi, rimanendo proprietario di una proprietร , aumenta lโ€™affitto dellโ€™immobile. In caso abbiamo appreso che lโ€™affitto รจ passato da circa 300$ mensili a oltre 3000$. Lโ€™integrazione tra la comunitร  cambogiana e quella cinese, stimata intorno ai 150.000 ormai, รจ inesistente. I cartelli e le insegne in khmer e inglese sono sostituiti sempre piรน da quelli in khmer e cinese, talvolta solo in cinese. Nessuno impara il khmer, anzi i cinesi soppiantano le attivitร  dei residenti cambogiani vendendo anche i prodotti locali. Gli episodi di violenza sono aumentati e con essi anche la prostituzione e il traffico di esseri umani. La cittร  รจ un enorme cantiere a cielo aperto dove giร  sorgono numerosissimi casinรฒ e hotel la cui clientela รจ di fatto esclusivamente cinese. I residenti locali infatti, vuoi per mancanza di denaro, vuoi perchรฉ il gioco dโ€™azzardo รจ vietato in Cambogia, rimangono al di fuori di questo circuito. Sono impiegati come personale nei casinรฒ o nelle costruzioni, ma con salari bassissimi. I locali con cui abbiamo discusso si sono detti molto incerti sul futuro. Per ora gli introiti non sono migliorati e il senso di smarrimento che li caratterizza รจ dovuto al fatto che nessuna autoritร , nessun funzionario, nessuno ha fornito loro la minima informazione sui progetti che stanno trasformando la cittร . Anche lโ€™impatto ambientale รจ devastante. Gli spazi verdi nella cittร  e soprattutto le terre che la circondano vengono sottratte ai legittimi proprietari e divorate da colate di cemento. Un lato indubbiamente positivo รจ lo sviluppo di alcune infrastrutture: ferrovie, strade, elettricitร , ma ad oggi sembra davvero poco rispetto ad unโ€™avventura che sembra tagliare fuori la maggioranza dei cambogiani e che non rientra nemmeno nel programma del presidente cinese Xi Jinping della nuova via della seta. Difficile dire con una certa precisione cosa ne sarร  di Sihanoukville. Ad oggi la cittร  e la regione assomigliano sempre piรน ad una provincia cinese.

Conclusioni

In quella che possiamo definire โ€œlโ€™ora piรน buiaโ€ per la popolazione, la democrazia e lโ€™opposizione cambogiana da circa ventโ€™anni a questa parte, il Partito Radicale era presente portando il proprio sostegno a coloro che continuano a credere in un possibile cambiamento nel paese, CNRP in primis. Non รจ semplice valutare quale seguito e impatto abbia avuto la โ€œclean finger campaignโ€ lanciata da Rainsy, ma almeno per quanto riguarda Phnom Penh escludiamo che si sia recato alle urne lโ€™80% dei cittadini.

Il governo ha presentato le elezioni come una grande prova democratica calcando molto la presenza degli osservatori internazionali da cui trarre legittimitร . Poco importa se provenienti da Stati che nulla hanno a che vedere con lo stato di diritto e il rispetto di procedure elettorali democratiche. Cosรฌ come importa poco se in Assemblea Nazionale 5-10 seggi andranno ai partiti minori. Sarร  un atto strumentale a mantenere in vita lโ€™illusione di un sistema multipartitico. In realtร  il partito-stato, il partito unico esiste giร  e si rafforza. Basta pensare che il Senato cambogiano รจ giร  monocolore. Eletto indirettamente lo scorso febbraio da tutti i consiglieri comunali e dai deputati, i 62 membri che lo compongono appartengono al PPC. Tra questi, anche i quattro โ€œindipendentiโ€ (di nomina reale e dellโ€™Assemblea Nazionale) sono espressione del PPC.

A questo punto, Hun Sen puรฒ apprestarsi a governare per almeno altri cinque anni in cui dedicarsi, tra le altre cose, alla transizione di potere al primogenito Hun Manet. Lโ€™operazione di sbarazzarsi dellโ€™opposizione e accrescere il sostegno politico, economico e militare assicurato dalla Cina รจ riuscita in pieno. Eโ€™ su questo che si misurerร  la capacitร  delle democrazie di innescare non solo in Cambogia, ma nellโ€™intera regione del sud-est asiatico, quelle dinamiche di promozione dei diritti politici, sociali ed economici attraverso programmi (come lโ€™EBA) concordati negli anni con la Cambogia e sottoscritti da Hun Sen stesso. Sulla carta, la Cambogia ha una Costituzione, la separazione dei poteri, un parlamento, un processo elettorale, una Corte Suprema e cosรฌ via, ma sono istituzioni e processi vuoti. Specie alla luce delle ultime elezioni, la Cambogia ha abbandonato il cammino della democrazia per divenire pienamente cleptocrazia in cui, per dirla con le parole del fondatore di Global Witness, Patrick Alley, alla tv australiana ABC: โ€œNon accade niente che sfugga al loro controllo, รจ la corruzione nella sua forma piรน alta. Questa รจ la Cambogia, uno stato mafiosoโ€. Questo deve preoccuparci perchรฉ le ripercussioni nellโ€™intera regione del sud-est asiatico e oltre non mancheranno. La Cambogia รจ divenuta unโ€™autocrazia, o peggio ancora una cleptocrazia, nonostante i decenni di aiuti forniti da Stati Uniti, UE, Giappone e Australia, aiuti che oggi Hun Sen puรฒ permettersi di snobbare avendo riportato il suo Stato a gravitare pienamente nella sfera dโ€™influenza cinese.

In conclusione, occuparsi di Cambogia non significa occuparsi semplicemente di un piccolo stato dimenticato dellโ€™Asia. Vuol dire occuparsi dellโ€™intera regione del sud-est asiatico, un territorio cuscino in cui si scontrano valori, principi e interessi tra Cina, UE, USA che si riflettono anche sullโ€™Italia. Gli aiuti allo sviluppo dellโ€™UE hanno permesso di estrarre la popolazione dallโ€™estrema povertร : secondo gli industriali europei il tasso di povertร  in Cambogia รจ passato dal 53% dei primi anni 2000, al 14% di oggi. La cooperazione ha facilitato ai democratici come Rainsy il compito di ritagliarsi spazi di lotta sempre maggiore per rivendicare diritti civili, sindacali, ambientali. Oggi tutto questo non รจ pensabile se non attraverso insurrezioni e scontri violenti che a questo punto potrebbero esplodere data lโ€™impossibilitร  di incanalare in un partito di opposizione la richiesta di cambiamento attraverso il dialogo istituzionale. Lโ€™UE sapeva che il vento sarebbe cambiato ma non si รจ mossa per tempo. Oggi cambiare lo status quo รจ molto piรน complicato perchรฉ large fasce della popolazione sono divenute strutturalmente dipendenti dai nostri aiuti e la loro rimozione potrebbe essere davvero grave.

Lโ€™intera regione รจ una zona cuscinetto attraversata da flussi di interessi politico-economici diversi e contrastanti tra Occidente e Cina. Eโ€™ una regione dove per un Myanmar che sembra fare un passo verso la libertร , vi รจ una Cambogia che regredisce nella dittatura. E in termini di libertร , osservando i membri dellโ€™ASEAN, la tendenza รจ negativa. Nessuno dei dieci membri puรฒ considerarsi uno stato di diritto. Alcuni analisti parlano di โ€œdemocrazie guidateโ€ oppure di โ€œdemocrazie controllateโ€ che permettono una maggiore rapiditร  nel processo decisionale e quindi uno sviluppo e talvolta un ordine maggiore. Ma a quale prezzo? Quello di vivere in assenza di stato di diritto, per cui qualcuno sarร  sempre al di sopra della legge.

Matteo Angioli

 

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