Richiesta di incontro rivolta al Ministro della Giustizia

AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

On. Alfonso Bonafede

Roma, 31 ottobre 2018

Egregio Ministro Bonafede,

sono passati due mesi e mezzo da quando Le rivolsi la richiesta di incontrare una delegazione del Partito Radicale per uno scambio di opinioni sulle questioni più urgenti riguardanti sia l’esecuzione penale che, in generale, l’amministrazione della giustizia nel nostro Paese. Le chiedevo un incontro ravvicinato che, purtroppo, fino ad oggi non ci è stato concesso.

In particolare, sul sistema penitenziario, l’analisi che come Partito Radicale facciamo consiste nel suo persistente stato di illegalità in violazione della nostra Costituzione e della Convenzione Europea dei Diritti Umani che, anche grazie alla nostra azione, all’inizio del 2013 portò la Corte EDU a condannare l’Italia per violazione dell’art. 3, cioè per sistematici “trattamenti inumani e degradanti” praticati diffusamente nei nostri istituti penitenziari.

Noi siamo convinti che, da allora, nonostante i diversi provvedimenti licenziati dal Parlamento che non hanno avuto caratteristiche di riforma “strutturale”, la situazione permanga nelle violazioni suddette. Naturalmente si può essere di opinioni diverse e Lei stesso, può ritenere che -tutto sommato- la situazione delle nostre carceri e dell’esecuzione penale in generale, sia in un’effettiva condizione di rispetto della normativa. Personalmente, da 15 giorni sono in sciopero della fame proprio per aprire, su questo fronte, un dialogo con le istituzioni e, in particolare, con Lei. Non abbiamo mai praticato il “tanto peggio, tanto meglio” che in un lontano passato ha portato alle rivolte nelle carceri; al contrario – e a partire da quanto ci ha insegnato con la sua vita Marco Pannella – abbiamo sempre coinvolto la comunità penitenziaria, ivi compresi coloro che nelle carceri ci lavorano, in iniziative nonviolente che hanno interessato decine di migliaia di persone. In definitiva, vogliamo, attraverso il dialogo nonviolento, aiutare le istituzioni ad intervenire realizzando ciò di cui sono convinte che, dobbiamo darlo per scontato, non può essere lontano dall’affermazione dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani fondamentali.

E’ per le ragioni suesposte che, dopo due mesi e mezzo, torno a chiederLe di incontrare una delegazione del “Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito”, organizzazione rappresentata, con statuto consultivo, presso il Consiglio economico e sociale (Ecosoc) delle Nazioni Unite.

Con i migliori saluti

Rita Bernardini

(Coordinatrice Presidenza Partito Radicale)

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