PENA DI MORTE. NESSUNO TOCCHI CAINO ED IL PARTITO RADICALE MANIFESTANO CONTRO NUOVO CODICE DEL BRUNEI

Il 3 aprile 2019, nella giornata dell’entrata in vigore del nuovo codice penale del Brunei Darussalam, che in
nome della Sharia prevede la pena di morte per atti sessuali al di fuori del matrimonio e tra persone dello
stesso sesso, Nessuno tocchi Caino ed il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito
manifestano in Piazza della Madonna di Loreto a Roma, dalle ore 11.

Con l’entrata in vigore di questo nuovo codice penale il Brunei si pone in controtendenza rispetto al sempre
più forte richiamo della comunità internazionale alla moratoria delle esecuzione capitali e l’abolizione della
pena di morte ribadito dall’Assemblea generale dell’ONU nella Risoluzione pro-moratoria,
ininterrottamente dal 2007 e con un sempre maggior sostegno. La pena di morte per adulterio ed
omosessualità viola il limite dei reati più gravi, cioè quelli di sangue ed il principio di non discriminazione.
Anche se le esecuzioni per omosessualità ed adulterio sono state relativamente poche negli ultimi anni, la
sola esistenza di questo tipo di norme pone il Brunei in violazione degli standard internazionali e rinforza lo
stigma, la discriminazione e la violenza contri tutti coloro che sono ritenuti omosessuali e contro le donne.

L’ultima esecuzione in Brunei risale al 1957, ma dal 3 aprile adulteri ed omosessuali potranno essere
giustiziati tramite lapidazione. Inoltre, altre pene disumane saranno applicabili in base al nuovo codice,
come la fustigazione per chi è sorpreso a bere alcool o l’amputazione degli arti in caso di furto.

La criminalizzazione per atti sessuali tra persone dello stesso sesso è portata alle estreme conseguenze
della pena capitale in almeno 12 Paesi membri dell’ONU, tutti a maggioranza musulmana, dove è prevista
dalla legge ordinaria o applicata in base alla legge della Sharia, che in alcuni casi funge da codice penale:
Afghanistan, Arabia Saudita, Brunei Darussalam, Iran, Iraq, Mauritania, Nigeria, Pakistan, Qatar, SomaliaSudan e Yemen. Negli Emirati Arabi Uniti, avvocati e altri esperti non concordano sul fatto se la legge
federale preveda la pena di morte per il sesso consensuale tra omosessuali o solo per stupro.

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