Il Partito Radicale ha depositato una denuncia per danno erariale alla Corte dei Conti affinché verifichi se gli amministratori pubblici, in particolare i sindaci dei Comuni costieri e lacustri, hanno causato e stanno causando un danno alle Casse dello Stato non applicando la direttiva Bolkestein.
La premessa dalla quale parte l’avv. Maria Laura Turco – che ha redatto la denuncia – è che le concessioni balneari sono tutte scadute il 31 dicembre 2015: infatti, la direttiva Bolkestein e la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 luglio 2016 prevalgono nella gerarchia delle fonti sulle leggi nazionali che hanno disposto proroghe automatiche e dal 1° gennaio 2017 i sindaci avrebbero quindi dovuto emanare i bandi di gara. Inoltre, ai sensi dell’articolo 49 Codice Navigazione “quando viene a cessare la concessione le opere non amovibili realizzate su area demaniale restano acquisite allo Stato, senza alcun compenso o rimborso per il concessionario” ipso iure, cioè con effetto automatico. La legge 296/2006, che ha fissato il canone annuo per le opere di difficile rimozione negli stabilimenti balneari a € 2,65 al mq, prevede invece un canone legato ai valori OMI – che può arrivare anche a € 1.000 annui – per gli immobili di proprietà dello Stato ricadenti nelle aree in concessione, i cosiddetti concessionari pertinenziali. Non applicando la legge si sta causando uno sperpero di denaro pubblico.
Il 21 luglio 2016 il sindaco Raggi ricevette una formale diffida (prot. RA/2016/004944) dal Partito Radicale ad emanare i bandi per Ostia, ma a tutt’oggi i balneari si sono dimostrati più convincenti della legge.