Le evidenze scientifiche suggeriscono di attivare subito la terapia con somministrazione controllata di eroina (HAT) in Italia e negli altri paesi afflitti dal traffico, spaccio e uso di oppioidi. Prof. Carla Rossi

Le evidenze scientifiche suggeriscono di attivare subito la terapia con somministrazione controllata di eroina (HAT) in Italia e negli altri paesi afflitti dal traffico, spaccio e uso di oppioidi

Prof. Carla Rossi

Premessa

Con il presente documento si richiede l’attivazione della terapia con somministrazione controllata di eroina, denominata internazionalmente HAT (Heroin Assisted Treatment), per quei soggetti, utilizzatori della sostanza illegale, che non rispondono alle terapie standard disponibili in Italia per il trattamento della loro sindrome. Una precedente proposta sperimentale, risalente al 2007, non fu purtroppo presa in considerazione e oggi si possono verificare gli esiti gravi di quella infelice (non) decisione.

Con abbondanza di dati si inquadra la situazione italiana e internazionale del consumo dell’eroina e degli oppioidi, tornato in grande crescita, da alcuni anni, nei paesi occidentali (cosiddetta “seconda ondata” epidemica di eroina e anche di oppioidi); si valutano le conseguenze (decessi, soprattutto per overdose; indicatori di consumo; indicatori di inefficacia delle norme e dell’attività di repressione; ecc.). Si mostra poi come in Svizzera, invece, la situazione risulti completamente diversa e molto meno problematica proprio a seguito dell’utilizzo della terapia HAT. E’ stato dimostrato, anche con sperimentazioni cliniche su larga scala (di “fase III”) condotte in vari paesi su richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che HAT integra efficacemente, per i soggetti eroinomani particolarmente gravi, la terapia standard con metadone, buprenorfina ecc. L’applicazione di HAT è ormai consolidata in Svizzera, dalla fine degli anni ’90; recentemente è stata introdotta a livello nazionale in Danimarca; altre applicazioni, per lo più sperimentali o locali, sono state e sono condotte in altri paesi.

Come esito principale dell’applicazione della terapia si è avuto il miglioramento della salute dei soggetti trattati, con riduzione dei decessi.

Fondamentali anche gli esiti secondari, a partire dalla riduzione dell’incidenza di nuovi utilizzatori di eroina: infatti, i soggetti molto problematici, che  per motivi finanziari “adescano” possibili nuovi utilizzatori, con HAT in gran parte rimangono più a lungo in trattamento, senza abbandoni prematuri, e quindi non hanno più bisogno di acquistare e spacciare eroina al mercato nero.

Altra conseguenza importante: è diminuita la propensione ai reati di tali soggetti e con essa le spese per polizia, tribunali e carceri (oltre agli enormi benefici per la tranquillità della collettività); questo ha prodotto risparmi molto maggiori che non la spesa necessaria per attuare la terapia HAT. Dunque, benefici nello stato di salute dei soggetti in trattamento, miglioramento della Salute pubblica e risparmi nella spesa pubblica; oltre alla diminuzione degli introiti delle Organizzazioni Criminali e del riciclaggio.

Nel presente documento si mettono in luce questi aspetti e i danni economici e sociali prodotti dall’attuale “seconda ondata” di oppiacei negli altri paesi occidentali, dove la terapia HAT non è stata introdotta, spesso solo per ragioni ideologiche.

HAT, è bene precisarlo, non è “legalizzazione“ dell’uso di eroina, ma solo intervento terapeutico efficace, mirato a soggetti tossicodipendenti in gravissima sofferenza fisica e psichica e a forte rischio di morte, individuati e seguiti con rigorose procedure mediche.

L’introduzione di HAT, ovunque nel mondo, è necessaria ed urgente; anzi, visti gli esiti scientifici (accessibili per chiunque voglia documentarsi sulla letteratura[1]), può dirsi “eticamente doverosa”, come lo è qualsiasi pratica medica dimostratasi superiore alle altre esistenti.

Non si riporta qui il protocollo svizzero della terapia HAT, perché chiunque può trovare ampi dettagli online o chiederne copia al prof. Uchtenaghen. Non riteniamo che sia questa la sede per discutere, in termini medici, dei dettagli del protocollo, bensì della sua efficacia dovunque sia stato applicato, almeno localmente e in forma più o meno estesa.

Sulla base della normativa italiana vigente, la decisione di attivare HAT anche in Italia è di esclusiva competenza dell’autorità di governo, ovvero del Ministero della Salute. E’ auspicabile che l’on. Ministro, e gli esperti che eventualmente riterrà di coinvolgere, esaminino il protocollo nella forma originale ed eventualmente lo adattino alla situazione italiana per inserirlo nei servizi sanitari. Riteniamo che ciò sia possibile con solo lievissime modifiche riguardanti gli aspetti giuridico-formali; le questioni sostanziali medico-sanitarie appaiono essere già ampiamente indagate.

[1] http://www.unicri.it/min.san.bollettino/rassegne/EROINA_IN_OLANDA.htm.

 

QUI IL TESTO INTEGRALE DELLO STUDIO

Le evidenze scientifiche suggeriscono di attivare subito la terapia con somministrazione controllata di eroina (HAT) in Italia e negli altri paesi afflitti dal traffico, spaccio e uso di oppioidi

2 Comments

  • Prof.Auriemma Alberto 2 Febbraio 2020

    E’ solo tempo sprecato..dove ci sono i cadaveri ci sono gli avvoltoi.
    La Svizzera e’ avanti 100Anni rispetto a Noi .

  • Alessandro daNAPOLI 20 Febbraio 2020

    Cercate idi fare qualcosa…prima che sia troppo tardi anche per Noi reduci dagli anni 80 e 90.
    GLI ULTIMI TRE ANNI L EROINA E STATA DIVISA COL FENTANYL MAN MANO PER FARCI ABITUARE. TUTTI I MIEI AMICI SONO MORTI XE’ IL CORPO NON CE’ LA FA’.
    DATECI UNA MANO SUBITO.

Leave a reply