CARCERI – Una violenza conseguenza di violenza. Violenze che condanniamo. Sfollare le carceri e rientrare nella legalità, le inchieste sulle rivolte siano estese alle condizioni di detenzione. Amnistia e indulto non più rinviabili.

Dichiarazione di Maurizio Turco e Irene Testa, Segretario e Tesoriere del Partito Radicale:

Era da qualche decennio che non si vedevano rivolte nelle carceri, anche grazie all’attività del partito radicale che ha fatto conoscere e vivere la lotta nonviolenta. È evidente che sono la spia di qualcosa che va ben aldilà delle misure relative al coronavirus.
Sono le frustrazioni di riforme annunciate e mai realizzate. Di sentenze della corte europea dei diritti dell’uomo di condanna dell’Italia per violazione dei più elementari diritti. Di carceri che sono dei veri e propri lazzaretti che devono sopperire alla mancanza di appropriate strutture per le tossicodipendenze, per non dire dei malati psichici parcheggiati in attesa di luoghi idonei alla loro cura. Sono il frutto di decenni che i detenuti vivono in celle sovraffollate oltre i limiti di legge e di un minimo di decenza civile.
Sono la mancanza cronica di fondi adeguati e di personale.
Nell’emergenza è urgente sfollare le carceri per rientrare nei limiti di legge riconoscendo a chi deve scontare fino a due anni l’accesso a pene alternative.
È urgente creare le condizioni sanitarie per consentire i colloqui con i parenti.
Ma soprattutto è urgente approvare ed attuare la riforma dell’ordinamento penitenziario Orlando che, per quanto riduttiva, è un provvedimento indispensabile.
Senza dimenticare che senza amnistia e indulto non si esce dalla cloaca nella quale siamo sprofondati.
Ai magistrati che dovranno indagare sui fatti accaduti chiediamo di verificare se le condizioni di detenzione, riabilitazione e cura siano rispondenti alla legge o, come riteniamo, la violano.
Da nonviolenti ripudiamo le forme di lotta che sono state intraprese in queste ore con il loro tragico epilogo di morte.
Continuiamo ad essere dalla parte dell’intero mondo penitenziario – direttori, agenti, educatori, sanitari – vittima di scelte politiche che violano i più elementari diritti e la stessa Costituzione.

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