Vergognose le accuse cinesi all’Italia di aver diffuso il virus. Il Parlamento interpelli Di Maio.

Prima il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian e a seguire i media di Stato cinesi quotidianamente hanno accusato gli Stati Uniti di aver scatenato la pandemia del COVID-19 in Cina, portando il ceppo a Wuhan durante i giochi militari.
Oggi la stampa del regime cinese cambia bersaglio: sarebbe l’Italia l’untore del mondo. Da qualche giorno ormai la linea ufficiale del Partito comunista cinese si basa su una interpretazione strumentale delle affermazioni professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, il quale avrebbe affermato di “aver osservato polmoniti molto strane, e molto gravi, soprattutto fra persone anziane già a dicembre e perfino a novembre”.
Sarebbe questa la “prova” che il virus circolava in Italia prima ancora che i dottori in Cina ne fossero a conoscenza, e quindi che sia dunque stata l’Italia a non informarne tempestivamente le autorità internazionali competenti.
Il Partito Radicale ritiene innanzitutto doveroso che a conclusione di questa crisi siano fatti delle indagini indipendenti sull’insabbiamento iniziale della epidemia compiuta dal regime cinese attraverso la censura, le menzogne, gli arresti e la distruzione di prove come ormai accertato da diversi fonti, nonché sulla sua influenza nelle istituzioni multilaterali che esistono a difesa dell’umanità intera e non a copertura di un regime.
Inoltre, chiede con urgenza che il Parlamento italiano interpelli il Ministro degli Esteri Di Maio sulle affermazioni diffamatorie nei confronti dell’Italia attraverso i media statali cinesi e le azioni che intende intraprendere, a partire della convocazione urgente dell’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia. A meno che il prezzo che il Ministro vuole pagare non sia quello di voler assumersi le responsabilità per questa pandemia sanitaria, sociale ed economica globale che invece sono del governo di Pechino.

2 Comments

  • franca 24 Marzo 2020

    Ma quale condanna volete che faccia, quando si son già venduti alla Cina per avere in anteprima il 5G? Quando Huawei si è detta “disposta” a digitalizzare il nostro archivio sanitario?
    Vi informo che nei mesi di gennaio/febbraio 2018 nel reparto ospedaliero di Sassari, l’orrida fogna in cui purtroppo era ricoverato il mio compagno, girava un sedicente dottorando cinese, che non parlava una virgola di italiano, ma aveva sempre con sè uno smartphone con funzione traduttore, e fra le tante domande che rivolgeva ai pazienti era il grado di soddisfazione della sanità “gratuita”…..

  • rodolfo polazzi 29 Marzo 2020

    Il povero Di Maio probabilmente pensa più alle mascherine (spesso tarocche) che vengono dalla Cina, forse in cambio delle orecchie di maiale di un suo precedente ministro, ma soprattutto per mascherare lo sbandamento filo-cinese che sta imprimendo alla politica estera italiana. Nemmeno una parola compare sui silenzi cinesi alla comparsa del virus, sui medici puniti per divulgazione di notizie, giornalisti cinesi scomparsi, sulle oscillazioni teleguidate e sulle omissioni dell’OMS In cambio però ringraziamenti ed elogi per la solidarietà cinese e per gli aiuti, che sono con ogni evidenza prove di allargamento delle zone di influenza e di graduale colonizzazione. E’ sparito peraltro ogni giudizio sullo sterminio degli Ujguri, sulla conquista del Tibet e soprattutto sullo stato delle libertà civili e della democrazia in quello che è oggi il più spietato regime dittatoriale dell’a Terra.

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