800 giorni in carcere per un omicidio non commesso. Un imprenditore vesuviano fu condannato nel 2012 in primo grado a trent’anni di reclusione come presunto assassino. Assolto in Corte d’Assise d’appello, l’imprenditore ha ricevuto 188.656 euro per ingiusta detenzione.
Condannato in primo grado a trent’anni di reclusione per un presunto omicidio, l’imprenditore vesuviano vede cadere il castello accusatorio di una storia iniziata nel 2006 con un omicidio di stampo camorristico. Una storia tortuosa fatta di pentiti e di intercettazioni ambientali. Nella definitiva assoluzione, gli stessi giudici in motivazione diradano ogni dubbio sulla sua condotta.
Per approfondire clicca qui
Vergogna. Sono curioso di sapere se a condannare ingiustamente questo imprenditore fu un giudice togato o un giudice di quelli che chiamano ipocritamente “onorari”, cioè semplici avvocati pagati quattro soldi per svolgere una professione così importante e delicata – quella del giudice – che non possono conoscere. Questi avvocati – sulla cui valentia esprimerei seri dubbi, visto che un avvocato di valore, che ha ben altre occasioni di guadagno con i propri clienti, non andrebbe mai a fare il “giudice” per un tozzo di pane – diventano giudici “onorari” semplicemente presentando titoli (esaminati chissà da chi e con quali criteri di selezione), e, nell’ambito penale, hanno persino il potere di mandare in galera i cittadini. Da far drizzare i capelli sulla testa. Esiste forse il medico onorario? L’ingegnere onorario? I cittadini in tribunale hanno diritto ad essere giudicati da un giudice VERO, con un’elevata qualificazione professionale!