Migranti: la Grecia estende il muro sul confine turco

La Grecia ha iniziato ad estendere un muro di confine lungo la sua frontiera con la Turchia per dissuadere i migranti dal cercare di entrare nell’Unione Europea. Un totale di 16 miglia (26 km) di muro sarà aggiunto all’attuale recinto di 6 miglia lungo il fiume Evros, che forma gran parte del confine greco-turco.

I lavori dovrebbero essere completati ad aprile. La Turchia, che ospita circa 4 milioni di rifugiati, per lo più siriani, minaccia spesso di riaprire la rotta migratoria dal Medio Oriente, che al suo culmine nel 2015 ha portato migliaia di persone ad annegare nel Mar Mediterraneo e circa 1 milione di persone a raggiungere la Grecia e l’Italia, dove molti vivono ancora in affollati campi di sfollamento. Nel febbraio di quest’anno, Ankara ha dichiarato che non avrebbe più impedito ai migranti di cercare di entrare in Europa, nel tentativo di fare pressione sui suoi alleati occidentali per sostenere una campagna militare turca nella provincia di Idlib, in Siria. Di conseguenza, decine di migliaia di rifugiati e migranti che vivono in Turchia hanno tentato di attraversare via terra e via mare verso la Grecia e la Bulgaria nel mese di marzo, anche se il movimento è stato rapidamente fermato dallo scoppio del coronavirus. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) dell’ONU, 7.357 persone sono passate dalla Turchia alla Grecia nel primo trimestre del 2020, ed i decessi in mare sono aumentati da 19 a 67 persone. La Turchia ha accusato la Grecia di respingere illegalmente i migranti che raggiungono le sue isole nell’Egeo orientale, un’accusa che Atene nega, mentre la Grecia dice che la Turchia invia navi pattuglia per scortare le imbarcazioni dei migranti nelle sue acque. Le relazioni tra i due Paesi, gelide nel migliore dei casi, sono cadute in una crisi sempre più profonda negli ultimi mesi. I disaccordi su Cipro, i flussi di rifugiati e i diritti di trivellazione del petrolio e del gas nel Mediterraneo hanno attirato altri Paesi della regione, per la prima volta dopo decenni, facendo temere scontri diretti tra i due alleati della NATO.

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