Dichiarazione di Maurizio Turco e Irene Testa, Segretario e Tesoriere del Partito Radicale
Oggi alle 17 si terrà la prima riunione della Commissione Giustizia del Partito Radicale composta, per il momento, da 105 avvocati iscritti al Partito Radicale. La riunione sarà presieduta dall’avvocato Giuseppe Rossodivita e vedrà la presenza in sede del Dott. Luca Palamara.
Sarà affrontata la questione riguardante i processi e il sistema profondamente malato della giustizia italiana con le relative disfunzioni croniche della giustizia civile e di quella amministrativa, che relegano l’Italia in fondo alle classifiche mondiali quanto ad efficienza del servizio; per il penale, invece, vengono sistematicamente organizzati processi mediatici, atti a far credere che la macchina funzioni e dove le condanne dei media anticipano, senza appello, il processo vero e proprio. La commissione si prefigge di intervenire puntualmente anche sui lavori delle istituzioni nazionali ed europee con l’obiettivo di concepire un pacchetto di leggi di riforma che possano sfociare nell’ipotesi di una primavera referendaria centrata su giustizia e informazione.
Quella di stasera sarà anche l’occasione per definire il testo della proposta di legge per l’istituzione di una Commissione Parlamentare di inchiesta per far vera luce sullo scandalo, antico, delle nomine dei capi degli uffici giudiziari decise dal CSM sulla base di logiche spartitorie tra le correnti.
La lista dei membri della Commissione Giustizia
Giovanna Angelo; Giuseppina Valentina Aronica; Federico Ascarelli; Elena Baldi; Fabio Barbieri; Amedeo Barletta; Elisabetta Bavasso; Giuseppe Belcastro; Tiziana Bellani; Felice Carlo Besostri; Candido Bonaventura; Michele Bonmassar; Ersi Bozheku; Maria Brucale; Desi Bruno; Francesco Buonomini; Francesco Calabrese; Michele Capano; Roberto Campagnolo; Daniele Caprara; Gianpaolo Catanzariti; Andrea Cavalieri; Barbara Celestini Campanari; Deborah Cianfanelli; Domenico Ciruzzi; Vincenzo Comi; Raffaele Conte; Maria Luisa Crotti; Giulio Cusumano; Stefano Daldoss; Domenico De Angelis; Antonietta De Carlo; Alessandro De Federicis; Giacomo De Luca; Emanuele Deidda; Giuseppe Di Federico; Michele Di Fraia; Giovanni Di Lullo; Oreste Dominioni; Luigi Esposito; Giuliana Falaguerra; Giorgio Ferraro; Mauro Fonzo; Maurizio Forte; Andrea Frassini; Luigi Funari; Angela Furlan; Sergio Genovesi; Simona Debora Giannetti; Vincenzo Iacono; Francesco Mario Lai; Mario Ottavio Lai; Marco Lamberti; Baldassare Lauria; Umberto Limongelli; Giuseppe Lipera; Cosimo Lodeserto; Francesco Lodise; Federico Lugoboni; Fausto Malucchi; Serena Marchetti; Luigi Marcialis; Nicola Marcuccetti; Giuseppe Marletta; Marco Marocco; Claudio Maruzzi; Piergiorgio Masi; Giuseppe Milicia; Fiorinda Mirabile; Pietro Modaffari; Nicla Eleonora Moiraghi; Alessia Moscardelli; Alberto Muratore Aprosio; Giuseppe Napoli; Antonino Napoli; Giuseppe Nicosia; Carmelo Occhiuto; Silvia Oddi; Prof. Tullio Padovani; Enzo Paolini; Giovanni Pesce; Cesare Placanica; Elisabetta Rampelli; Giulia Raneri; Ezechia Paolo Reale; Alessio Romanelli; Giuseppe Rossodivita; Giuseppe Ruscigno; Francesco Luigi Satta; Rosario Scalise; Marco Scarpati; Vando Scheggia; Chiara Giovanna Scollo; Caterina Anna Siclari; Giuseppe Talo’; Gabriele Terranova; Giulio Fortunato Tescione; Gianluca Tognozzi; Emiliano Torre; Marco Traina; Maria Laura Turco; Antonio Gaetano Verdirame; Federico Vianelli; Alessia Verdesca Zain; Simona Verdesca Zain; Vincenzo Zummo
Se posso permettermi di suggerire un tema, occorre definire anche una strategia per la legge Vassalli per arrivare a una nuova riforma nel senso di una vera responsabilità civile dei giudici. Senza questo istituto la giustizia non funzionerà mai perché i giudici sono gli unici “funzionari” dello Stato che non rispondono delle loro azioni! Una possibilità potrebbe essere di proporre un altro referendum atteso che con la normativa attuale negli ultimi 14 anni lo Stato è stato condannato solo 4 volte su circa 650 procedimenti. Questo è uno scandalo!
Alla Commissione Giustizia vorrei segnalare che, alla luce degli accadimenti nella gestione della Giustizia in Italia, sembra ormai giunto il momento di attuare l’art. 102 c.3 della Costituzione, qui richiamato per memoria: “La legge regola i casi e le forme della partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della giustizia.”
Bisogna perciò definire il testo della legge attuativa del predetto art. 102 c.3 della Costituzione, onde regolare i casi e le forme della partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della giustizia, civile e penale, in tutti i Tribunali della Repubblica. Vada il nostro riconoscimento ai Padri Costituenti per la loro lungimiranza.