L’ufficio per i diritti umani dell’ONU (OHCHR) ha espresso “serie preoccupazioni” sulla situazione in Myanmar – comprese le violazioni dei diritti e la proliferazione di discorsi pieni d’odio contro le comunità minoritarie – mentre il paese si prepara per le elezioni generali del mese prossimo, previste per l’8 novembre.
I gruppi di minoranza, tra cui la comunità musulmana rohingya e la popolazione di etnia Rakhine, sono stati colpiti in modo sproporzionato. Negli ultimi due mesi, decine di studenti attivisti sono stati accusati – e quattro di loro sono stati condannati a oltre sei anni di reclusione – in base a varie leggi, dopo aver chiesto la fine dei conflitti nelle province settentrionali di Rakhine e Chin e il ripristino dei servizi internet mobili in quelle zone, nonché il rilascio di altri studenti attivisti detenuti. La cittadinanza discriminatoria del Myanmar e le leggi elettorali conferiscono diritti diversi alle diverse classi di cittadini, colpendo più chiaramente le minoranze musulmane che sono in gran parte escluse da qualsiasi diritto di cittadinanza. Si è osservato che in otto comuni delle province di Rakhine e Chin rimane effettivamente in vigore una chiusura di Internet, limitando fortemente la capacità dei residenti di ricevere e fornire informazioni affidabili, anche su COVID-19 e sulle procedure di scrutinio.
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