L’attivista insignita del Premio Sakharov nel 2012, in detenzione da due anni con accuse di spionaggio e propaganda contro lo Stato, dopo un processo che le organizzazioni per i diritti umani hanno definito ingiusto e arbitrario. E’ stata in sciopero della fame per sei settimane per protestare contro le condizioni di detenzione dei prigionieri politici in Iran.
Senza aver ricevuto le cure adeguate, è uscita con un permesso temporaneo autorizzato dalla prigione femminile” in cui è detenuta. Era già stata in carcere 8 anni fa con le stesse accuse. In questi mesi, da febbraio, il governo di Teheran ha concesso permessi di uscita temporanea dal carcere a migliaia di detenuti per evitare una diffusione dell’epidemia di coronavirus nelle sovraffollate prigioni iraniane. I prigionieri politici però sono stati in gran parte esclusi dalla misura.
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Il femminile di avvocato è avvocata, il femminile di soldato è soldata, il femminile di deputato è deputata.
Ammiro l’avvocatessa iraniana e Le sono grato pwer la sua lotta di libertà. La libertà è indivisibile.