Il Piano d’azione per la democrazia europea

Il 3 dicembre la Commissione europea ha presentato il Piano d’azione  per la democrazia europea  per dare forza ai cittadini e costruire democrazie più resilienti in tutta l’UE. Per affrontare le sfide poste ai nostri sistemi democratici dalla crescita degli estremismi e dalla distanza percepita tra cittadini e responsabili politici, il piano d’azione prevede misure per promuovere elezioni libere ed eque, per rafforzare la libertà dei mezzi di informazione e per lottare contro la disinformazione. La Commissione attuerà gradualmente il piano d’azione per la democrazia europea entro il 2023, un anno prima delle elezioni del Parlamento europeo. La Commissione esaminerà poi i progressi compiuti e valuterà se siano necessarie ulteriori misure.

Più concretamente, la Commissione proporrà atti legislativi sulla trasparenza dei contenuti politici sponsorizzati (“pubblicità politica”). La Commissione rivedrà inoltre le norme sul finanziamento dei partiti politici europei. Organizzerà un evento ad alto livello che riunirà varie autorità, per affrontare le sfide legate ai processi elettorali e dotare i cittadini degli strumenti per partecipare al processo democratico come elettori e candidati. A tal fine il piano d’azione promuove l’uso dei fondi strutturali dell’UE e dei finanziamenti disponibili nell’ambito del nuovo programma Europa creativa e sottolinea l’importanza della partecipazione attiva dei giovani. Inoltre, l’UE potenzierà la capacità delle missioni di osservazione elettorale dell’UE nei paesi terzi. Nel 2021 la Commissione proporrà una raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti, richiamando in particolare l’attenzione sulle minacce contro le giornaliste, e un’iniziativa volta a limitare il ricorso abusivo alle azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica (SLAPP). Infine, la Commissione presenterà ulteriori misure per sostenere il pluralismo dei mezzi di informazione e per rafforzare la trasparenza della proprietà dei mezzi di informazione e della pubblicità di Stato, tra l’altro attraverso il nuovo osservatorio sulla proprietà dei mezzi di informazione. 

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