Nuove sfide peri rifugiati e migranti: dall’aumento del rischio di prendere il virus COVID-19 in campi affollati, all’essere bloccati a causa delle restrizioni di viaggio, fino a diventare il bersaglio di bande criminali

Alla fine di quello che è stato un anno particolarmente triste per coloro che sono stati costretti ad abbandonare le loro case, i loro Paesi e le loro famiglie, la Giornata internazionale dei migranti, celebrata il 18 dicembre, è stata un’occasione per sottolineare il contributo positivo che migranti e rifugiati danno alle società, ovunque.

Una dichiarazione rilasciata congiuntamente da importanti Agenzie delle Nazioni Unite, tra cui l’OIM e l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati UNHCR, ha rilevato che molti migranti vivono in strutture sovraffollate, insediamenti, rifugi di fortuna o centri di accoglienza, dove non hanno un accesso adeguato ai servizi sanitari, all’acqua pulita e alle strutture igienico-sanitarie. Particolare preoccupazione è stata espressa per i rifugiati e i migranti detenuti nei centri di detenzione, compresi i bambini migranti e le loro famiglie, così come per coloro che sono detenuti senza una base legale sufficiente. A maggio, l’OIM ha annunciato che le squadre dell’Agenzia stavano fornendo sostegno ai migranti nelle regioni desertiche dell’Africa occidentale, centrale e orientale, dopo che erano stati deportati senza un giusto processo, o abbandonati dai contrabbandieri. In seguito all’imposizione di restrizioni legate al COVID in Honduras, El Salvador e Guatemala, a maggio l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’UNHCR, ha registrato un aumento delle estorsioni, del traffico di droga e delle violenze sessuali e di genere. Con l’avvento della pandemia in America Centrale, i gruppi criminali organizzati hanno iniziato a sfruttare le misure di isolamento per rafforzare la loro presa, utilizzando sparizioni forzate, omicidi e minacce di morte per costringere la popolazione locale a sottomettersi.

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