L’Esperto ONU “accoglie con cautela” il rifiuto del Tribunale del Regno Unito di estradare Julian Assange

Il Relatore Speciale sulla tortura delle Nazioni Unite, Nils Melzer, ha accolto con favore il rifiuto di un Tribunale britannico di estradare Julian Assange negli Stati Uniti sulla base del fatto che sarebbe stato esposto a condizioni di detenzione opprimenti e che che tali condizioni avrebbero quasi certamente causato il suicidio di Assange. Il fondatore di Wikileaks è attualmente detenuto in isolamento prolungato nella prigione di Belmarsh a Londra, sotto richiesta di estradizione statunitense per spionaggio e frode informatica.  

“Se estradato negli Stati Uniti, rischia una condanna fino a 175 anni di reclusione in condizioni disumane di quasi totale isolamento”, ha aggiunto Melzer. Il Relatore Speciale ha ripetutamente espresso nelle singole comunicazioni e dichiarazioni che il signor Assange è stato sottoposto a più di 10 anni di detenzione arbitraria e persecuzione politica. Durante una visita condotta nella prigione di Belmarsh nel 2019, l’esperto dei diritti e un team medico specializzato hanno scoperto che il signor Assange ha mostrato tutti i sintomi tipici di una prolungata esposizione alla tortura psicologica. Allo stesso tempo, la sentenza del Tribunale stabilisce un precedente allarmante che nega efficacemente ai giornalisti investigativi la protezione della libertà di stampa e apre la strada al loro processo con l’accusa di spionaggio. Gli Stati Uniti hanno annunciato che faranno ricorso in appello contro la sentenza, ma hanno accolto con favore il rigetto da parte del giudice di tutte le argomentazioni in difesa di Assange basate sulla libertà di stampa, l’interesse pubblico per l’esposizione della cattiva condotta del governo, il divieto di estradizioni di reati politici e la mancanza di processi equi da parte degli Stati Uniti agli imputati della sicurezza nazionale, secondo il comunicato stampa. Melzer ha aggiunto che la sentenza non ha riconosciuto che il deplorevole stato di salute di Assange è la “diretta conseguenza di un decennio di deliberata e sistematica violazione dei suoi più fondamentali diritti umani da parte dei governi di Stati Uniti, Regno Unito, Svezia ed Ecuador”.

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