La valorizzazione dell’acqua come un “cambio di gioco” nel Vicino Oriente

Il Direttore Generale della FAO è intervenuto alla Prima Conferenza Internazionale sull’acqua di Baghdad, tenuta per promuovere la condivisione delle conoscenze e il dibattito politico sul superamento delle sfide della scarsità d’acqua, specialmente nella regione. L’acqua dolce rinnovabile pro capite nel Vicino Oriente e Nord Africa (NENA) è meno del 10 per cento della media mondiale, e una persona su cinque vive in aree agricole con scarsità e carenza d’acqua molto elevate, secondo lo Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2020 della FAO.

Il Direttore Generale ha fatto notare che “l’acqua è l’essenza della vita e al centro dei sistemi agro-alimentari” aggiungendo che spera di visitare l’Iraq non appena le condizioni lo permetteranno. Alla sessione di apertura dell’evento di alto profilo, della durata di due giorni, hanno partecipato anche: Il Primo Ministro iracheno Mustafa Al-Kazemi, rappresentato dal Ministro della pianificazione, il principe El Hassan Bin Talal del Regno Hashemita di Giordania, il Ministro iracheno delle risorse idriche, Irena Vojackova-Sollorano, il Vice Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, nonché gli inviati speciali per l’acqua di Turchia e Paesi Bassi, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq, il Capo Regionale dell’Agenzia svizzera per lo sviluppo e la cooperazione e il Capo della Commissione parlamentare irachena per l’agricoltura, le acque e le paludi. Tra gli altri partecipanti, di persona e virtualmente, c’erano ministri responsabili delle questioni idriche di tutta la Lega Araba, diplomatici, organizzazioni regionali e internazionali che si occupano di acqua e il settore privato. Le ricerche presentate e le discussioni della Conferenza hanno riguardato aree quali la portata della cooperazione regionale ed internazionale per mitigare la scarsità d’acqua, compresa la collaborazione nella gestione dei bacini idrici dei fiumi Eufrate e Tigri, come proteggere le infrastrutture idriche dai gruppi terroristici e dai disastri naturali, gli effetti negativi del cambiamento climatico, le prospettive della tecnologia moderna, l’uso dei Sistemi Informativi Geografici nella gestione e nel controllo delle dighe, il riutilizzo del drenaggio e nuove forme di stoccaggio delle acque sotterranee per l’irrigazione come quelle sviluppate nella città di Karbala.

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