L’Unione Europea (UE) ha imposto sanzioni unilaterali su persone ed entità cinesi rilevanti il 22 marzo, citando le cosiddette questioni dei diritti umani nello Xinjiang. Questa mossa, basata solo su bugie e disinformazione, ignora e distorce i fatti, interferisce grossolanamente negli affari interni della Cina, viola in modo flagrante il diritto internazionale e le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali, e mina gravemente le relazioni Cina-UE. La Cina si oppone fermamente e condanna con forza tutto ciò.
Il governo cinese è fermamente determinato a salvaguardare la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo. La parte cinese decide di sanzionare i seguenti dieci individui e quattro entità della parte UE che danneggiano gravemente la sovranità e gli interessi della Cina e diffondono malignamente bugie e disinformazione: Reinhard Butikofer, Michael Gahler, Raphaël Glucksmann, Ilhan Kyuchyuk e Miriam Lexmann del Parlamento europeo, Sjoerd Wiemer Sjoerdsma del Parlamento olandese, Samuel Cogolati del Parlamento federale belga, Dovile Sakaliene del Seimas della Repubblica di Lituania, lo studioso tedesco Adrian Zenz, lo studioso svedese Björn Jerdén, il Comitato politico e di sicurezza del Consiglio dell’Unione europea, la Sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo, il Mercator Institute for China Studies in Germania, e l’Alliance of Democracies Foundation in Danimarca. Alle persone interessate e alle loro famiglie è vietato l’ingresso nella Cina continentale, a Hong Kong e a Macao. A loro e alle aziende e istituzioni a loro associate è anche vietato fare affari con la Cina. La parte cinese esorta la parte UE a riflettere su se stessa, ad affrontare di petto la gravità del suo errore e a porvi rimedio. Deve smettere di dare lezioni agli altri sui diritti umani e di interferire nei loro affari interni. Deve porre fine alla pratica ipocrita dei doppi standard e smettere di andare avanti sulla strada sbagliata. Altrimenti, la Cina farà risolutamente ulteriori reazioni.
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