L’escalation di violenza in tutto il Myanmar, compresi gli attacchi ai civili, deve essere fermata per evitare una perdita di vite umane ancora maggiore e un’emergenza umanitaria sempre più profonda. Ci si riferisce al continuo rafforzamento militare in varie parti del paese, tra cui lo Stato di Kayah a est – dove più di 108.000 persone sono fuggite dalle loro case nelle ultime tre settimane – e nello Stato di Chin a ovest.
Questo va contro gli impegni presi in aprile dai leader militari del Myanmar con le potenze regionali dell’ASEAN, per cessare la violenza brutale contro i civili che ha seguito il colpo di stato del 1° febbraio. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha citato rapporti credibili che le forze di sicurezza hanno usato civili come scudi umani, hanno bombardato case e chiese civili a Loikaw, Phekon e Demoso, nello stato di Kayah. Ha anche lanciato un appello affinché ospedali, scuole e luoghi di culto siano protetti in tutto il paese, dopo che sono stati segnalati diversi incidenti in cui ospedali, scuole e istituzioni religiose sono entrati e occupati dalle forze di sicurezza dello Stato. I soldati hanno anche bloccato l’accesso umanitario, attaccando gli operatori umanitari. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha anche avvertito che “arresti a tappeto” sono continuati nei confronti di attivisti, giornalisti e oppositori del regime. Almeno 4.804 persone rimangono in detenzione arbitraria, prima di citare rapporti di torture e punizioni collettive di membri della famiglia di attivisti – tra cui una madre di un attivista che è stata condannata a tre anni di reclusione al posto del figlio il 28 maggio. L’Ufficio dell’Alto Commissario ONU per i diritti umani precisa che dalla presa di potere dei militari, un minimo di 860 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza, soprattutto nel contesto delle proteste. Facendo appello a una “intensificazione” della diplomazia regionale, anche da parte del blocco di potere regionale ASEAN e di altri Stati influenti, l’Alto Commissario ONU li ha esortati a insistere sulla cessazione immediata della violenza e delle violazioni in corso e ha affermato che intende aggiornare il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla situazione in Myanmar il 7 luglio.
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