Pur essendo convinti che la repressione sessuale si superi con la liberazione sessuale e non con la repressione penale o con una imposizione culturale di Stato, le ragioni della Santa Sede per chiedere il rispetto del Concordato sono pretestuose.
La Santa Sede è preoccupata di dover parlare nelle proprie scuole della Giornata nazionale contro l’omofobia. Ma questo problema non esiste a meno che le scuole private godano di finanziamenti pubblici (da poco raddoppiati!). E’ difficile rinunciare ai denari pubblici in nome dei propri convincimenti ma è la stessa Chiesa cattolica che insegna che non si può servire Dio e Mammona. E non si capisce perché, se la Santa Sede brandisce il Concordato, come suo diritto, non lo abbia mai fatto lo Stato, come sarebbe stato suo dovere, nei confronti della Santa sede per le politiche dello IOR o per quelle sulla pedofilia.
Non so chi scriva la frase inappropriata e sbagliata per cui non servono le leggi per tutelare i diritti alla propria e altrui libertà sessuale.
È noto che parte di questa libertà è stata conquistata con la legge suul’aborto.
Negare che oggi ci si possa sentire più liberati sessualmente con la legge Zan, tale e quale la senatrice Maiorino ha a suo tempo scritto in collaborazione con le associazioni Lgbt, fa parte di un procedimento da un colpo alla botte e uno al cerchio inusuale e contraddittorio per il PRNTT