Non è mai stato così urgente riavvicinarsi allo spirito e ai principi fondamentali della Convenzione sui rifugiati del 1951. Per Filippo Grandi, Alto Commissario ONU per i Rifugiati, “La Convenzione continua a proteggere i diritti dei rifugiati in tutto il mondo. Grazie alla Convenzione, milioni di vite sono state salvate”. Grandi ha espresso allarme per i recenti tentativi di alcuni governi di ignorare o aggirare i principi della Convenzione, dalle espulsioni e respingimenti di rifugiati e richiedenti asilo alle frontiere terrestri e marittime alle proposte per il loro trasferimento forzato in Stati terzi per il trattamento senza adeguate garanzie di protezione. A 70 anni dal giorno in cui la Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati fu presentata agli Stati per la firma, l’Alto Commissario ha detto che il trattato è una componente cruciale della legge internazionale sui diritti umani e rimane rilevante oggi come lo era quando fu redatta e concordata. La Convenzione sui rifugiati del 1951 è nata all’indomani della seconda guerra mondiale. Il 14 dicembre 1950, l’ONU ha pubblicato lo statuto e nel luglio 1951 i rappresentanti di 26 Stati si sono riuniti a Ginevra per mettere a punto il testo del trattato. La Convenzione e il Protocollo del 1967, che ha ampliato l’ambito di coloro che hanno bisogno di protezione internazionale, definiscono chi è un rifugiato e il tipo di protezione, assistenza e diritti a cui ha diritto. Rimangono la pietra angolare della protezione dei rifugiati oggi e hanno ispirato numerosi trattati e leggi regionali, come la Convenzione sui rifugiati dell’OUA del 1969 in Africa, la Dichiarazione di Cartagena del 1984 in America Latina e il Sistema Comune Europeo di Asilo dell’Unione Europea. I principi della Convenzione sono stati riaffermati nel dicembre 2018 dal Global Compact on Refugees, un progetto per una condivisione delle responsabilità più prevedibile ed equa.
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