Secondo Mary Robinson, ex Presidente irlandese ed ex Alto Commissario ONU per i diritti umani, il Consiglio di Sicurezza non può fallire su donne e ragazze dell’Afghanistan, ricordando ai suoi 15 membri l’incessante lavoro svolto in quasi 20 anni per garantire i loro diritti attraverso modifiche costituzionali, legislative e politiche. “I diritti delle donne non sono diritti occidentali”, ha detto, rivolgendosi al Consiglio nel suo ruolo di presidente di The Elders, un gruppo di leader globali che lavorano per la pace e la giustizia in tutto il mondo, fondato da Nelson Mandela nel 2007. “Sono diritti umani fondamentali, che le donne hanno reclamato secondo i loro valori culturali”. L’ex Alto Commissario ONU per i diritti umani ha chiesto alla Cina e alla Federazione Russa, in particolare, di incoraggiare i talebani a riconoscere che la partecipazione delle donne nella società e l’istruzione delle ragazze su una base di parità con i ragazzi non sono negoziabili e devono essere rispettate. La questione è stata una delle tante sollevate dalla Sig.ra Robinson e da Lakhdar Brahimi, anziano emerito ed ex Ministro degli Esteri dell’Algeria, che ha osservato che il mandato delle Nazioni Unite è quello di proteggere i diritti fondamentali di tutti gli afghani – comprese le donne e le ragazze, gli sfollati interni, tutte le minoranze e i difensori dei diritti umani – sforzi che richiederanno il sostegno del Consiglio. Per Brahimi, “La carestia e la disperazione sembrano una fatalità ineluttabile per milioni di uomini, donne e bambini”. Inoltre, come primo passo, estremamente urgente, il Segretario Generale – agendo con il pieno sostegno di un Consiglio di Sicurezza unito – dovrebbe inviare un Rappresentante Speciale a Kabul per iniziare una discussione franca con la leadership talebana. Ha ribadito che la Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) è necessaria ora più che mai, proponendo che il Consiglio limiti il suo imminente rinnovo del mandato ad un rinnovo tecnico di sei mesi, al fine di rafforzarla per la nuova fase a venire.
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