Indagini urlate e assoluzioni taciute, cortocircuiti tra stampa e giustizia

(…)Un silenzio interminabile, assordante, ingiusto e inspiegabile. Eppure la magistratura rappresenta un potere dello Stato. (…) (…) Un potere diffuso, è vero, ma pur sempre un potere. E allora come si spiega – una volta esauriti i fuochi d’artificio delle prime indagini – tutto questo disinteresse, questa mancanza di attenzione da parte dell’informazione (almeno di quella che conta) sui successivi sviluppi di questa come di numerose altre analoghe vicende? E ancora, è mai possibile che a nessuno degli organi a cui spetta di valutare la professionalità dei magistrati e la funzionalità degli uffici giudiziari – e quindi in primo luogo al Csm– interessi o sia venuto in mente di approfondire le ragioni di un simile fallimento (perché l’assoluzione di un imputato innocente dopo otto anni di indagini e di processo rappresenta pur sempre e per definizione un fallimento)?

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