OHCHR: mette in guardia contro l’aumento dei discorsi d’odio nei Balcani occidentali

L’ufficio ONU per i diritti umani  chiede alle autorità della Bosnia-Erzegovina e della vicina Serbia di condannare e astenersi da qualsiasi incitamento all’odio nazionale, razziale o religioso. Liz Throssell, portavoce dell’OHCHR, dichiara la profonda preoccupazione per i recenti incidenti in entrambi i paesi che hanno visto individui glorificare crimini di atrocità e criminali di guerra condannati, prendere di mira certe comunità con discorsi di odio e, in alcuni casi, incitare direttamente alla violenza. Gli incidenti si sono verificati durante le festività religiose dello scorso fine settimana, e hanno avuto luogo in diverse località della Republika Srpska, l’entità serba della Bosnia ed Erzegovina, così come a Brčko nel nord, e nelle città serbe di Priboj e Novi Pazar. Includevano grandi gruppi di persone che cantavano il nome del criminale di guerra condannato ed ex leader militare serbo-bosniaco, Ratko Mladić, durante le fiaccolate, o cantavano canzoni nazionalistiche che chiedevano la presa di varie località dell’ex Jugoslavia. In un incidente, alcuni individui hanno sparato dei colpi in aria mentre passavano davanti a una moschea. Il portavoce ha ricordato che i paesi firmatari del Patto internazionale sui diritti civili e politici, tra cui la Serbia e la Bosnia-Erzegovina, sono obbligati a garantire che l’incitamento alla discriminazione, all’ostilità e alla violenza sia vietato nella legge e nella pratica.

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