Consiglio di Sicurezza ONU: “Nessuna alternativa alla diplomazia” nella crisi ucraina

Dopo settimane di accresciute tensioni, lo schieramento più di  100.000 truppe da parte della Russia e armi pesanti vicino al suo confine, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto la sua prima riunione per discutere i modi per attenuare la crisi. Sottolineando le “complesse e antiche preoccupazioni per la sicurezza e le percezioni di minaccia che sono state sollevate”, il Sottosegretario Generale per gli affari politici e di costruzione della pace, Rosemary A. DiCarlo, ha ripetuto che qualsiasi intervento militare che coinvolga la Russia, o le forze dell’alleanza NATO che sono anche ora in stato di massima allerta, deve essere evitato. Ha ribadito che qualsiasi incursione di uno Stato sul territorio di un altro, sarebbe contro il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite. Secondo quanto le è stato riferito, oltre le 100.000 truppe sul suolo russo lungo il confine con l’Ucraina, un numero imprecisato di truppe e armamenti russi sarebbero stati dispiegati anche in Bielorussia in vista di esercitazioni militari congiunte su larga scala a febbraio ai confini con Ucraina, Polonia e Stati Baltici. I membri della NATO stanno anche pianificando ulteriori schieramenti negli stati membri dell’Europa orientale, e la NATO ha comunicato che 8.500 truppe sono ora in stato di massima allerta. Un altro incontro del formato Normandia (un gruppo con Francia, Germania, Russia e Ucraina creato nel 2014 per affrontare il conflitto in Ucraina) è previsto a Berlino nella seconda settimana di febbraio. Il Sottosegretario Generale ha anche affermato che le agenzie delle Nazioni Unite rimarranno impegnate a portare avanti i loro mandati in Ucraina. “L’accesso umanitario sicuro e senza ostacoli deve essere rispettato, in qualsiasi circostanza, per fornire sostegno ai 2,9 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza, la maggior parte delle quali in zone non controllate dal governo”. Il conflitto, scoppiato poco dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel marzo 2014, ha causato la morte di più di 14.000 persone, tra cui circa 3.000 civili, e ferito più di 7.000 civili, secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR). Inoltre, circa 1,5 milioni di persone sono state sfollate internamente dallo scoppio del conflitto, secondo le cifre del governo ucraino. Rivolgendosi al Consiglio, l’Ambasciatore statunitense all’ONU, Linda Thomas-Greenfield, ha descritto la situazione come “urgente e pericolosa”, dichiarando che “la posta in gioco non potrebbe essere più alta”. Secondo lei, le azioni della Russia “non solo minacciano l’Ucraina, ma anche l’Europa e l’ordine internazionale”. “Se la Russia invade ulteriormente l’Ucraina, nessuno di noi potrà dire di non averlo visto arrivare. E le conseguenze saranno orribili, ecco perché questo incontro è così importante oggi”, ha aggiunto. L’Ambasciatore russo, Vasily Nebenzia, ha negato ancora una volta che il suo paese abbia piani per invadere l’Ucraina, accusando gli Stati Uniti di convocare la riunione per “fomentare l’isteria”. La Russia ha chiesto un voto procedurale per accantonare la riunione sull’Ucraina, ma non ha ottenuto abbastanza sostegno dagli altri membri del Consiglio.  L’ambasciatore Nebenzia ha messo in dubbio la cifra di 100.000 truppe, aggiungendo che tutti i dispiegamenti sono avvenuti all’interno del territorio russo, cosa che è accaduta spesso prima, in vari gradi, “e non ha causato nessun tipo di isterismo”. “Non c’è alcuna prova per confermare queste gravi accuse” di una mossa verso la guerra, aggiungendo che costituiscono “una provocazione in sé” e “l’impatto economico è già sentito dai vicini ucraini”. Rivolgendosi agli Ambasciatori, il Rappresentante permanente ucraino, Sergiy Kyslytsya, ha sostenuto che “un discorso serio” all’interno del Consiglio di sicurezza per trovare una fine diplomatica alla crisi, è necessario ora, “più che mai”. Ha assicurato che “l’Ucraina non ha intenzione di lanciare un’offensiva militare, né nel Donbas né in Crimea, né in nessun altro posto”. Kyslytsya ha anche affrontato la richiesta russa di impedire all’Ucraina di diventare membro della NATO, notando il diritto sovrano del suo paese di scegliere i propri accordi di sicurezza. “L’Ucraina non si piegherà alle minacce volte a indebolire l’Ucraina, minando la sua stabilità economica e finanziaria e incitando la frustrazione pubblica. Questo non accadrà, e il Cremlino deve ricordare che l’Ucraina è pronta a difendersi”, ha concluso.

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