Alla seduta del Consiglio di Sicurezza Onu sulla Siria, l’Alto Rappresentante Izumi Nakamitsu ha dichiarato che “Qualsiasi uso di armi chimiche è inaccettabile e l’assenza di responsabilità per l’uso passato di tali armi rimane una macchia sulla coscienza della comunità internazionale”. Ha aggiornato gli ambasciatori sulle attività dell’Ufficio per gli affari del disarmo (ODA) con le controparti dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), compresa una regolare telefonata mensile con il Direttore Generale Fernando Arias. Nonostante le restrizioni di viaggio innescate dalla pandemia COVID-19, il Segretariato tecnico dell’OPCW ha continuato con le sue attività di mandato sull’eliminazione delle armi chimiche della Siria. Nel frattempo, il team di valutazione delle dichiarazioni dell’OPCW (DAT) persiste negli sforzi in corso per chiarire le questioni in sospeso relative alle dichiarazioni della Siria presentate in conformità con la Convenzione sulle armi chimiche (CWC). Nakamitsu ha riferito agli ambasciatori che per quasi 10 mesi, l’OPCW ha cercato di programmare colloqui a Damasco, tuttavia, il “continuo rifiuto” della Siria di rilasciare un visto d’ingresso per un membro ha impedito le discussioni. Come risultato delle lacune identificate, delle incoerenze e delle discrepanze irrisolte, l’OPCW non è in grado in questa fase di valutare la dichiarazione presentata dalla Siria e non può considerarla accurata e completa in conformità con la CWC. La missione d’inchiesta dell’OPCW (FFM) continua ad analizzare tutte le informazioni disponibili relative alle accuse di uso di armi chimiche in Siria e si sta preparando per i prossimi schieramenti, in base all’evoluzione della pandemia COVID-19. Per l’Alto Rappresentate Onu sul disarmo, “l’unità nel Consiglio di Sicurezza continua ad essere necessaria”, aggiungendo che coloro che sono stati identificati come responsabili dell’uso di armi chimiche devono essere ritenuti responsabili.
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