Referendum Giustizia: AGCOM non decide dopo sette giorni, quando il limite di legge è 48 ore

Dichiarazione di Maurizio Turco, Segretario del Partito Radicale, Irene Testa, Tesoriere del Partito Radicale e Marco Beltrandi, Membro di Segreteria del Partito Radicale

Roma, 28 maggio 2022. “Quanto sta accadendo alla campagna referendaria di informazione radiotelevisiva (e non solo) è semplicemente inedito ed incredibile. Non solo l’assenza di qualsiasi approfondimento  e dibattito sui quesiti relativi alla giustizia in prima serata, non solo spizzichi di informazione sui telegiornali Rai , a fronte di sondaggi che dicono che pochissimi italiani  conoscono anche soltanto l’esistenza di referendum al voto il 12 giugno . 

Ora a questa vergogna se ne aggiunge un’altra, questa davvero inedita e mai vista nella storia dal 1999 di AgCom: ancora l’Autorità non ha notificato una risposta al Partito Radicale e alla Associazione nazionale Lista Marco Pannella,  per la denuncia  (il 21 maggio scorso) verso le testate giornalistiche  e gli approfondimenti informativi Rai relativamente alla pressoché totale assenza di informazione sui referendum, in violazione di ogni legge e regolamento elettorale referendario.

In palese (letterale)  violazione del termine di 48 ore ( anche non lavorative)  dalla presentazione della della denuncia, termine fissato dall’art. 10 comma 1 della legge n. 28 /2000, ribadito dal regolamento elettorale approvato dalla stessa AgCom  per questa consultazione referendaria (all’art.25, comma 7 ).  Termine di 48 ore sino ad ora sempre rispettato da AgCom nelle consultazioni elettorali e referendarie.

È un fatto gravissimo che riduce inopinatamente a danno dei cittadini elettori l’efficacia di un accertamento delle violazioni, della eventuale disposizione di ordini di recupero e di eventuali sanzioni. 

È un fatto che ci riserviamo di denunciare in ogni sede, amministrativa, e anche penale. 

Ci appelliamo ancora con fiducia al Presidente di AgCom Giacomo Lasorella perché provveda immediatamente a sanare questa ulteriore gravissima violazione di ogni legge a tutela dei diritti dei cittadini elettori. 

Mentre siamo ancora una volta a constatare il silenzio della politica e delle supreme magistrature a fronte di una consultazione referendaria regolarmente convocata mai resa clandestina dal servizio pubblico quanto questa.

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