L’Alto Commissario ONU per i diritti umani conclude il viaggio in Cina con la promessa di un miglioramento delle relazioni

Al termine della sua visita ufficiale in Cina, la prima in 17 anni, Michelle Bachelet ha annunciato nuove aree di impegno tra il suo ufficio e il governo cinese sulle questioni relative ai diritti e ha riassunto le numerose questioni relative ai diritti sollevate durante la sua missione di sei giorni a maggio.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha illustrato le nuove opportunità di dialogo tra il suo ufficio e le autorità cinesi discusse durante la visita, che comprendono un incontro strategico annuale e un gruppo di lavoro che si riunirà a Pechino e a Ginevra, oltre che online. Il gruppo di lavoro, ha spiegato Bachelet, discuterà di aree tematiche specifiche, tra cui sviluppo, riduzione della povertà e diritti umani, diritti delle minoranze, imprese e diritti umani, antiterrorismo e diritti umani, spazio digitale e diritti umani, protezione giudiziaria e legale e diritti umani. L’Alto Commissario ha sottolineato che, poiché il suo Ufficio non è presente in Cina, il gruppo di lavoro consentirà un impegno strutturato su queste e altre questioni e fornirà uno spazio al suo team per portare all’attenzione del governo cinese questioni specifiche che destano preoccupazione. Durante la sua missione, l’Alto Commissario ha parlato con una serie di funzionari governativi, diverse organizzazioni della società civile, accademici e leader religiosi e comunitari. Inoltre, ha incontrato diverse organizzazioni online prima della visita, su questioni relative alla provincia dello Xinjiang, al Tibet, a Hong Kong e ad altre parti della Cina.

Nello Xinjiang, dove vive la minoranza musulmana degli Uiguri, la Bachelet ha sollevato dubbi e preoccupazioni sull’applicazione delle misure antiterrorismo e di deradicalizzazione e sulla loro ampia applicazione, e ha incoraggiato il governo a intraprendere una revisione di tutte le politiche antiterrorismo e di deradicalizzazione, per garantire che siano pienamente conformi agli standard internazionali sui diritti umani e non siano applicate in modo arbitrario e discriminatorio.

Per quanto riguarda la Regione autonoma del Tibet, la Bachelet ha ribadito l’importanza di proteggere l’identità linguistica, religiosa e culturale dei tibetani e di permettere loro di partecipare pienamente e liberamente alle decisioni sulla loro vita religiosa e al dialogo.

Per quanto riguarda Hong Kong, la Bachelet ha esortato il Governo a coltivare – e non soffocare – l’enorme potenziale della società civile e del mondo accademico di Hong Kong nel contribuire alla promozione e alla protezione dei diritti umani. La Bachelet ha definito “profondamente preoccupanti” gli arresti di avvocati, attivisti, giornalisti e altre persone in base alla legge sulla sicurezza nazionale e ha sottolineato che Hong Kong sarà esaminata dal Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite a luglio.

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