Russia: Dichiarazione dell’Alto rappresentante a nome dell’UE sul 10° anniversario dell’introduzione della legge sugli agenti stranieri

Oggi ricorre il decimo anniversario della firma da parte del Presidente Putin della legge sugli “agenti stranieri”, un decennio caratterizzato dalla crescente paura delle autorità russe nei confronti delle voci critiche provenienti dalla società russa.

Questa legge è stata la prima di una serie di misure legislative, tra cui la legge sulle “organizzazioni indesiderabili” del 2015 e la “legge sulle fake news” del 2022, mirate a mettere a tacere e a esercitare una pressione senza precedenti sulla società civile russa, sull’opposizione politica e sui media indipendenti. La legge sugli “agenti stranieri” si è evoluta nel corso degli anni e continua a essere elaborata per stigmatizzare ulteriormente e limitare in modo significativo i diritti di diversi gruppi della società, tra cui ONG, associazioni pubbliche non registrate, media, giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani. L’esempio più eclatante di persecuzione basata su presunte violazioni della legge sugli “agenti stranieri” è la chiusura forzata del Memorial International e del Memorial Human Rights Centre, riconosciuti a livello internazionale.

Con queste leggi, la Russia sta chiaramente violando gli impegni assunti con il diritto internazionale di garantire i diritti umani e le libertà fondamentali dei propri cittadini. Ciò è stato confermato dal parere della Commissione di Venezia del 2021 e, nel giugno 2022, dalla Corte europea dei diritti umani. Secondo la Costituzione russa, il diritto internazionale è parte integrante del diritto russo.

La guerra di aggressione ingiustificata e non provocata della Russia contro l’Ucraina ha amplificato la repressione interna in Russia, prendendo di mira i cittadini comuni e limitando drasticamente il diritto alla libertà di espressione e alla libertà dei media.

La massiccia espansione della legislazione restrittiva adottata dall’inizio della guerra illegale di aggressione contro l’Ucraina, compresa la legge sulle cosiddette “false informazioni sull’uso delle forze armate della Federazione Russa” (la “legge sulle fake news” del 2022) mira a privare ulteriormente il popolo russo di informazioni indipendenti sulle azioni illegali e le atrocità commesse dalle forze russe in Ucraina. La crescente repressione è quindi un importante fattore abilitante dell’aggressione russa all’estero e la popolazione ucraina ne sta pagando un prezzo amaro.

A causa della censura e del quadro legislativo repressivo, l’opposizione politica, i difensori dei diritti umani, le persone LGBTI, i giornalisti indipendenti, i lavoratori dei media e altri residenti in Russia che temono la repressione dello Stato sono stati costretti a fuggire dal proprio Paese, mentre le organizzazioni della società civile locali e internazionali, così come i media indipendenti internazionali e russi, sono stati chiusi o costretti alla liquidazione.

L’Unione europea condanna fermamente i tentativi sistematici di istigare la paura e di imporre un giro di vite sulla società civile, sui media indipendenti e sull’opposizione democratica in Russia. Continueremo a sostenere l’importante lavoro delle organizzazioni della società civile russa, dei difensori dei diritti umani e dei media e giornalisti indipendenti dentro e fuori la Russia. Chiediamo ancora una volta alle autorità russe di rispettare i loro obblighi e impegni internazionali in materia di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

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