L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avvertito che il Corno d’Africa sta vivendo una delle peggiori crisi di fame degli ultimi 70 anni. Più di 37 milioni di persone stanno affrontando la fame acuta e circa sette milioni di bambini sotto i cinque anni sono gravemente malnutriti nella regione.
Se il reperimento di cibo e acqua sicura è la priorità assoluta, l’OMS ha dichiarato che è necessario garantire una forte risposta all’emergenza sanitaria per evitare malattie e decessi evitabili. L’agenzia delle Nazioni Unite chiede 123,7 milioni di dollari per rispondere alle crescenti esigenze sanitarie ed evitare che una crisi alimentare si trasformi in una crisi sanitaria. “La situazione è già catastrofica e dobbiamo agire subito”, ha dichiarato Ibrahima Soce Fall, vicedirettore generale dell’OMS per la risposta alle emergenze. “Non possiamo continuare in questa crisi di sottofinanziamento”.
Il Corno d’Africa comprende Gibuti, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Uganda e Kenya.
Secondo l’appello dell’OMS, i cambiamenti climatici, i conflitti, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e la pandemia COVID-19 hanno aggravato una delle peggiori siccità degli ultimi decenni nella regione.”Sono ormai quattro le stagioni in cui le piogge non sono arrivate come previsto e si stima che anche la quinta stagione non sarà all’altezza. Nei luoghi in cui c’è la siccità il problema continua a peggiorare”, ha dichiarato la responsabile dell’OMS per gli incidenti Sophie Maes. “In altri luoghi, come il Sud Sudan, ci sono stati tre anni di inondazioni consecutive, con quasi il 40% del Paese allagato. E ci troviamo di fronte a qualcosa che peggiorerà nel prossimo futuro”.
Si prevede che oltre 37 milioni di persone nella regione raggiungeranno il terzo livello della scala di classificazione della fase di sicurezza alimentare integrata (IPC3) e oltre nei prossimi mesi.
Gli effetti della siccità sono particolarmente gravi nell’Etiopia orientale e meridionale, nel Kenya orientale e settentrionale e nella Somalia meridionale e centrale.
L’insicurezza alimentare in Sud Sudan ha raggiunto i livelli più estremi dall’indipendenza del 2011, con 8,3 milioni di persone, pari al 75% della popolazione, che si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare.
Secondo l’OMS, la malnutrizione acuta provoca un aumento delle migrazioni, poiché le popolazioni si spostano alla ricerca di cibo e pascoli. Inoltre, le interruzioni spesso provocano un deterioramento delle condizioni igienico-sanitarie e l’insorgere di malattie infettive, come colera, morbillo e malaria, sono già in aumento.
Inoltre, la scarsa copertura vaccinale e i servizi sanitari con risorse insufficienti potrebbero far aumentare in modo diffuso il numero di focolai di malattie nel Paese e oltre i confini. L’assistenza ai bambini gravemente malnutriti e con complicazioni mediche subirà un grave impatto, con conseguenti alti tassi di mortalità infantile. Le interruzioni nell’accesso all’assistenza sanitaria possono aumentare ulteriormente la morbilità e la mortalità, poiché le condizioni di emergenza costringono le popolazioni a modificare il loro comportamento di ricerca della salute e a dare priorità all’accesso a risorse salvavita come cibo e acqua.
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