Sebbene siano necessari 4,4 miliardi di dollari per finanziare le operazioni umanitarie in Afghanistan, finora ne sono stati ricevuti 1,8 miliardi, pari a circa il 40%.
Il Dottor Ramiz Alakbarov, Vice Rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan, che è anche il coordinatore residente e umanitario nel Paese, ha fornito un aggiornamento su come le Nazioni Unite e i partner hanno assistito quasi 23 milioni di afghani nell’ultimo anno, dopo la presa di potere dei Talebani.
Hanno portato avanti “probabilmente la più grande e la più inedita operazione di fornitura di aiuti umanitari per la popolazione dell’Afghanistan”.
Attualmente, circa 25 milioni di afghani vivono in condizioni di povertà ed è necessaria “un’attenzione immediata e urgente” per affrontare l’aumento dei prezzi dei generi alimentari dovuto alla crisi alimentare globale e al declino economico del Paese.
Alla domanda su cosa accadrebbe se i finanziamenti non si concretizzassero, il Dottor Alakbarov ha raccontato della sua recente visita presso un ospedale di Kabul, condotta in diretta da un notiziario internazionale. Ha visto bambini malnutriti, che ha definito “strazianti.
Purtroppo, questi bambini non sopravviveranno al rigido inverno, una stagione che rende la vita estremamente difficile, soprattutto per le persone che vivono in aree remote.
E mentre gli afghani sono noti per la loro resilienza e la loro capacità di sopravvivere, alcuni hanno fatto ricorso a strategie negative di coping. “Si è vista gente che vendeva organi, si è vista gente che vendeva bambini. I media ne hanno parlato diffusamente e questo è ciò a cui assisteremo ancora se non ci sarà un sostegno”.
“In futuro, i bisogni umanitari continueranno ad essere ingenti, ma l’assistenza umanitaria da sola non è sufficiente”, ha dichiarato Alakbarov, sottolineando la necessità di affrontare i cambiamenti climatici, la povertà e la mancanza di sviluppo, soprattutto nel settore agricolo. “Senza mercati funzionanti, senza un settore bancario operativo, senza investimenti in posti di lavoro di base, non saremo in grado di invertire le tendenze che stiamo osservando ora in Afghanistan. Non saremo in grado di portare la gente dalla sopravvivenza alla prosperità”.
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