I processi ai prigionieri di guerra ucraini a Mariupol potrebbero essere un crimine di guerra

L’Ufficio ONU per i diritti umani (OHCHR) ha espresso preoccupazione dopo che foto e video diffusi sui social media sembravano mostrare gabbie metalliche costruite nella sala filarmonica della devastata città ucraina di Mariupol, apparentemente per ospitare prigionieri di guerra (POW) durante un imminente “processo-farsa”. 

La portavoce dell’OHCHR, Ravina Shamdasani, ha dichiarato che i processi da parte delle autorità sostenute dalla Russia potrebbero iniziare nella città occupata, forse entro pochi giorni, e ha avvertito che un simile processo potrebbe configurarsi come un crimine di guerra.

Shamdasani ha sottolineato come “secondo il diritto internazionale, gli individui che hanno diritto allo status di prigioniero di guerra godono dell’immunità di combattimento e non possono essere perseguiti per aver partecipato alle ostilità o per atti di guerra legittimi commessi nel corso del conflitto armato, anche se tali atti costituirebbero altrimenti un reato secondo il diritto nazionale”.

Il portavoce ha aggiunto che l’OHCHR è preoccupato per il fatto che i prigionieri di guerra sono stati generalmente detenuti senza accesso a osservatori indipendenti, esponendoli al rischio di essere torturati per estorcere una confessione.

“Ci sono state anche preoccupanti dichiarazioni pubbliche da parte di funzionari russi e membri di gruppi armati affiliati che hanno etichettato i prigionieri di guerra ucraini come ‘criminali di guerra, ‘nazisti’ e ‘terroristi’, minando così la presunzione di innocenza”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avvertito di aver assistito a “un numero senza precedenti di attacchi all’assistenza sanitaria” dall’invasione russa dell’Ucraina, iniziata quasi sei mesi fa. “Al 23 agosto, l’OMS ha verificato oltre 460 attacchi all’assistenza sanitaria, che hanno causato quasi 100 morti e oltre 100 feriti”, ha dichiarato il Dr. Jarno Habicht, rappresentante dell’OMS e capo dell’Ufficio Paese dell’OMS.

Habicht ha sottolineato che gli attacchi non solo violano il diritto internazionale, ma “sono anche un ostacolo per molti che hanno bisogno di cure”.

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