Cartabia: chiuse entro ottobre tutte le riforme della giustizia

L’attuazione del Pnrr. “Abbiamo accelerato i decreti attuativi della riforma civile e penale per dare alle Camere i 60 giorni necessari e consentire al governo la finale approvazione di questi testi”.

Un efficace sistema di giustizia è strettamente connesso con il benessere collettivo della vita sociale. E in particolare, come ha sottolineato nella 46esima edizione del suo rapporto 2020 proprio il Forum Ambrosetti, esiste una stretta correlazione tra certezza e tempi della giustizia e ambiente favorevole agli operatori economici.

La ministra della Giustizia Marta Cartabia nel suo intervento a Cernobbio parte proprio dalle attese del mondo economico per illustrare l’importanza dell’insieme di riforme messe in campo dal governo Draghi – con la commissione Ue come “partner decisivo, discreto ma vigile e incisivo” – nell’ambito del Pnrr, riforme non a caso considerate da Bruxelles abilitanti.

E per illustrare la centralità della giustizia per il benessere collettivo si serve anche dell’arte, con tanto di proiezioni di immagini: si tratta del ciclo di affreschi Allegoria ed effetti del buono e del cattivo governo di Ambrogio Lorenzetti realizzati nel Salone della Pace del palazzo pubblico si Siena e appena restaurati.

“Una buona amministrazione della giustizia è prerequisito per il mantenimento di un ambiente fecondo per la vita dei cittadini, per la prosperità sociale, per il buon andamento dell’economia a vantaggio di tutti dove del processo civile e penale per dare modo alle Commissioni parlamentari competenti di avere tutto il tempo, i 60 giorni previsti per legge, per esprimere i loro pareri. A inizio ottobre, scaduti i 60 giorni, il Consiglio dei ministri potrà esprimersi per il passaggio finale. Sarà compito del nuovo governo, invece, attuare la delega sull’ordinamento giudiziario”.

Un warning, quest’ultimo, a chi prenderà il suo posto a Via Arenula: le riforme previste dal Pnnr, come ha ricordato ieri anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, vanno attuate. Indipendente dalle eventuali ulteriori riforme che il prossimo governo vorrà mettere in campo (nel programma del centrodestra, ad esempio, c’è la separazione delle carriere tra giudici e Pm e una stretta maggiore di quanto già non prevede la riforma Cartabia sulle cosiddette porte girevoli tra magistratura e politica).

Il memento ai futuri governanti è condiviso anche dal commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders, presente al Forum di Cernobbio: “L’Italia continui a portare avanti il processo di riforma della giustizia, con attenzione anche alla lotta alla corruzione. Per quanto riguarda la digitalizzazione, sono felice di vedere che tra i progetti del Pnrr ce ne sono vari legati alla digitalizzazione della giustizia, utili per rendere il sistema più efficiente”.

Di Emilia Patti – Il Sole 24 ore, 4 settembre 2022

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