Buon lavoro al nuovo Parlamento. Serve subito un dibattito sul carcere

L’avvio di una Legislatura è sempre un momento importante per il Paese. Un momento che apre anche alla speranza e alla necessità di rappresentare nelle sedi istituzionali quello di cui una comunità ha bisogno. Il Parlamento ha inoltre il compito di innalzare i livelli di consapevolezza, di coscienza e di sapere comune di una collettività.

Mi auguro che il Parlamento che si insedia in questi giorni nella XIX Legislatura sappia cogliere la necessità di dibattito sul carcere, un luogo che deve recuperare il concetto di appartenenza: il carcere fa parte della collettività. Non si tratta di contrapporsi sulle visioni della pena o su quali siano le urgenze maggiori, si tratta invece di dare la possibilità alle persone che finiscono di scontare una pena di poter tornare nella società diverse da quando sono entrate nel luogo di reclusione.

In ultimo mi preme ricordare ai neoeletti una scadenza vicina, quella del 31 dicembre. Quel giorno scadrà la proroga per chi ha iniziato nel periodo dell’emergenza pandemica un percorso di semilibertà teso in quel momento a diminuire il sovraffollamento. Parliamo di circa mille persone che da due anni sperimentano con successo il loro percorso di reinserimento nella vita di tutti i giorni e che potrebbero tornare a dormire in carcere a partire dal primo gennaio. Credo che sarebbe una sconfitta per tutti e auspico inoltre che vengano prese misure strutturali per diminuire il sovraffollamento, specie per le persone che scontano in carcere pene molto brevi (sono 3887 i condannati a meno di due anni) e per le persone che positivamente hanno sperimentato negli ultimi due anni la semilibertà in licenza. Oltre a una dovuta attenzione a chi, qualunque sia la sua minore o residuale posizione, è costretto al carcere perché privo di dimora stabile o comunque adeguata.

di Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà – garantenazionaleprivatiliberta.it, 13 ottobre 2022

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