Carcere, la strage silenziosa. Mai così tanti morti dal 2009

Ancora un suicidio. Non si ferma la strage nelle carceri italiane. Stavolta a togliersi la vita è stato, giovedì nella Casa circondariale di Sollicciano a Firenze, un detenuto marocchino di 29 anni. E nello stesso giorno un ragazzo recluso nell’istituto minorile “Ferrante Aporti” di Torino ha tentato di uccidersi ma è stato salvato in extremis dalle guardie.

Il nordafricano avrebbe finito di scontare la sua condanna il 22 ottobre prossimo: gli mancavano solo 9 giorni ma non ce l’ha fatta a resistere allo stress psicologico, forse anche perché su di lui pendeva un mandato d’arresto europeo appena confermato dalla Corte d’Appello.

Da Aosta era stato temporaneamente trasferito a Firenze per poter partecipare a un processo ma giovedì sera, preso dallo sconforto, ha bloccato la serratura della sua cella con un pezzo di plastica, ha appeso una corda alle sbarre della finestra e si è impiccato. Erano le 20.30 quando i secondini se ne sono accorti, nel loro solito giro di controllo.

E con questo di Sollicciano, il tragico bilancio dei suicidi tra le mura di un istituto penale sale a 70 dall’inizio dell’anno (dati di “Ristretti Orizzonti”): mai così tanti dal 2009 quando – al 31 dicembre però – per propria mano ne morirono 72. E non vanno dimenticati i 4 agenti di polizia penitenziaria che in questi nove mesi e mezzo del 2022 hanno avuto la stessa sorte, come sottolinea Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa della categoria.

Segno di un malessere profondo che arriva spesso alla disperazione, una situazione, per detenuti, personale e volontari, diventata ormai impossibile in gran parte dei 192 istituti di pena italiani, sovraffollati, con gravi carenze di organico e strutturali e in condizioni igienico-sanitarie spesso precarie. Il ragazzo scampato alla morte a Torino. Un cappio con un lenzuolo che aveva legato alla grata della sua stanza. Con il lembo stretto attorno al collo il ragazzo si è lasciato cadere ma il tempestivo intervento degli agenti è stato decisivo.

Nello stesso carcere minorile, inoltre, come denunciano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, una guardia è stata ferita mentre, all’ora di pranzo cercava di separare due reclusi che stavano litigando con violenza: colpito in faccia da un contenitore metallico il secondino è stato portato al pronto soccorso del Cto. La situazione nella struttura torinese è “drammatica e pericolosa” “Il personale è allo stremo e abbandonato a se stesso tanto da essere costretto a improvvisare qualsiasi intervento senza idonee e chiare direttive, il carcere minorile di Torino – accusano i sindacati – ha bisogno di un direttore titolare e non di un direttore pendolare che arriva da Bari una volta al mese”. Secondo l’ultimo Report dell’associazione Antigone, a tutt’oggi, l’istituto dove sono avvenuti più casi di suicidio dall’inizio dell’anno è quello di Foggia con quattro decessi. Seguono con tre suicidi ognuno, Milano San Vittore, Monza e Roma Regina Coeli.

“Attendiamo l’insediamento del prossimo governo per chiedere al nuovo ministro della Giustizia un confronto ad ampio spettro su tutte le questioni che investono il sistema d’esecuzione penale – afferma De Fazio – ma sia chiaro sin d’ora che servono riforme strutturali, investimenti per organici ed equipaggiamenti e persino un banale accorgimento: subito un direttore e un comandante della Polizia penitenziaria titolari in ogni carcere”. “Vanno assunti immediati e urgenti provvedimenti da parte del ministero” aggiunge Aldo Di Giacomo, segretario del Spp (Sindacato di Polizia penitenziaria), che ricorda la promessa del ministro Cartabia di introdurre nelle carceri italiane 2mila psicologi.

Di Fulvio Fulvi- Avvenire, 15 ottobre 2022

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