La Corte europea ordina al governo: curate nelle Rems quei due detenuti

La “Cedu-Corte europea dei diritti dell’uomo” di Strasburgo ha ordinato al governo italiano, pena condanna dell’Italia per violazione dell’articolo 3 della Convenzione, di cessare dal continuare a rinchiudere nel carcere di San Vittore, e di assicurare invece un posto di cura nelle apposite “Rems-Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive”, due detenuti “non imputabili” e perciò assolti nei processi per reati commessi in stato di “incapacità di intendere e volere”, ma nel contempo non liberabili perché indicati dalle perizie e poi quindi dai giudici come “socialmente pericolosi” a motivo dei propri disturbi psichiatrici.

In una frustrante ripetizione dell’identico, è l’ennesima puntata di un tema terribile e irrisolto quale le carenze delle varie Regioni nel predisporre nelle Rems (subentrate dal 2017 alla sacrosanta chiusura dei 6 vecchi ospedali psichiatrici giudiziari) un numero di posti proporzionati al numero dei soggetti destinativi dall’autorità giudiziaria, con il risultato di allungare anche a 5/6 mesi le liste d’attesa in media per 60/70 persone: le quali o vengono dunque trattenute illegalmente in carcere se già in custodia cautelare, con il rischio che facciano del male a se stessi o agli altri detenuti (e quindi con annesse responsabilità per gli incolpevoli direttori e agenti delle carceri, che anzi accettano di tamponare una situazione assurda), o restano in libertà ma con il rischio di riversare la loro pericolosità sociale sugli altri cittadini.

Nel caso delle due ingiunzioni cautelari ottenute a Strasburgo dagli avvocati Antonella Calcaterra e Antonella Mascia insieme al professore di diritto pubblico Davide Galliani, un 24enne algerino arrestato il 4 giugno per aver scassinato la sella di uno scooter, e assolto il 19 luglio per totale incapacità di intendere e volere con applicazione della misura di sicurezza in Rems per 6 mesi rivalutabili, in realtà attende già da allora, e cioè da quasi 4 mesi, un collocamento ritardato per giunta dal fatto che la Rems di Castiglione delle Stiviere ha un reparto chiuso per ristrutturazioni.

Stesso schema per un 46enne australiano arrestato l’11 marzo per rapina a una signora ad una fermata del bus, e in attesa di Rems dall’11 luglio. Guarda caso, ecco che, appena arrivato l’ordine di Strasburgo, il governo italiano ha comunicato che per uno dei due il posto è già saltato fuori, magicamente, a partire almeno dal 23 novembre in Liguria, nella nuova Rems inaugurata a giugno a Santa Maria La Cassorane di Calice al Cornoviglio (La Spezia).

E del resto in un terzo caso di questi giorni si sta vedendo la medesima tendenza già riscontrata negli ultimi tempi: e cioè che, per azzerare o quantomeno ridurre il rischio che Strasburgo nelle sempre più numerose cause di merito condanni l’Italia, l’agente diplomatico del governo in una “dichiarazione unilaterale” inizia a riconoscere appunto la violazione dei diritti del ricorrente, e in cambio di ciò e del ritiro del ricorso offre una somma (ad esempio 30 mila euro) a risarcimento dei danni morali, nel contempo tenendo però a rassicurare Strasburgo che l’Italia sia “in procinto di adottare ogni iniziativa per risolvere il problema dei posti disponibili nelle Rems”.

Di Luigi Ferrarella – Corriere della Sera, 14 novembre 2022

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