#36, sabato 13 luglio 2019

Image

SREBRENICA – Turco e Testa (Partito Radicale) IERI I BALCANI, OGGI LA LIBIA, DOMANI L’EUROPA
La ricorrenza del massacro di Srebrenica – dove furono uccisi 8.000 uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana, dall’Esercito Serbo-Bosniaco, grazie all’inerzia delle Nazioni Unite e del Comando olandese – non può essere isolata dal contesto nel quale è maturato: una guerra civile nel cuore dell’Europa.

Image

Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) ha pubblicato i nuovi dati del Multidimensional poverty index (MPI) del 2019. Il MPI globale del 2019 dipinge un quadro dettagliato della povertà rivelando grandi disuguaglianze tra i paesi sia livelli interni di ineguaglianze: nei 101 paesi studiati – 31 reddito basso, 68 reddito medio e 2 reddito elevato – che coprono il 76% della popolazione mondiale, 1,3 miliardi di persone sono “poveri multidimensionali” (la povertà non è definita solo dal reddito, ma da 10 indicatori relativi a salute, istruzione e qualità di vita).

Oltre i due terzi dei poveri multidimensionali – 886 milioni di persone – vivono in paesi a reddito medio. Altri 440 milioni vivono in paesi a basso reddito.

Image

Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea ha stimato che al 1° gennaio 2019, la popolazione dell’Unione europea (UE) era di circa 513,5 milioni, registrando un aumento rispetto all’anno precedente di 1,1 milione. Durante il 2018 è stato registrato un numero maggiore di decessi rispetto alle nascite (rispettivamente 5,3 milioni e 5,0 milioni). Secondo questi dati, il cambiamento naturale della popolazione dell’UE è negativo per il secondo anno consecutivo. Il cambio di popolazione (positivo, con 1,1 milioni di abitanti in più) è dovuto dunque alla migrazione.

A livello UE, il tasso di natalità è stato di 9,7 per 1 000 abitanti. Tra gli Stati membri, i più alti tassi di natalità nel 2018 sono stati registrati in Irlanda (12,5 per 1 000 abitanti), Svezia (11,4 ‰), Francia (11,3 ‰) e Regno Unito (11,0 ‰), mentre i più bassi sono stati registrati in Italia (7,3 ‰), Spagna (7,9 ‰), Grecia (8,1 ‰), Portogallo (8,5 ‰), Finlandia (8,6 ‰), Bulgaria (8,9 ‰) e Croazia (9,0 ‰). Con 83 milioni di residenti (il 16,2% del totale della popolazione nell’Ue al 1/01/2019) la Germania é il più popoloso Stato Membro dell’UE, seguita da Francia (13,1%), Regno Unito (13,0%), Italia (11,8%), Spagna (9,1%) e Polonia (7,4%).

Image

Gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite hanno espresso seria preoccupazione per l’Iran che continua a negare l’accesso alle cure mediche e cure mediche adeguate alle persone detenute, nonostante i ripetuti appelli. Gli esperti hanno sottolineato in numerosi rapporti che l’integrità fisica e mentale dei detenuti in Iran è ulteriormente compromessa da condizioni di detenzione non sicure e non igieniche. Secondo le notizie ricevute, molte carceri iraniane hanno problemi di sovraffollamento, contaminazione di acqua e cibo e infestazioni di roditori ed insetti.

Image

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha pubblicato la 25° edizione della raccolta dati del Displacement Tracking Matrix (Dtm) in Libia relativa al trimestre marzo-maggio 2019. Sono almeno 641.398 i migranti censiti in Libia provenienti da oltre 39 diverse nazioni e risultano presenti in tutti i 100 comuni libici, distribuiti in 565 delle 667 comunità della Libia.

Image

Yemen. La Corte penale di primo grado di Sana’a gestita dai ribelli Houti ha emesso 30 condanne a morte con l’accusa di spionaggio in favore della Coalizione guidata dai sauditi.

La tv panaraba saudita al-Arabiya, che cita fonti giudiziarie a Sanaa, la capitale yemenita da 5 anni in mano agli Houthi, ha riferito che i condannati sono sindacalisti, avvocati, professori universitari e religiosi arrestati un anno fa.

L’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, sulla base di “informazioni credibili” che suggeriscono che molti dei condannati sono stati sottoposti a detenzione arbitraria o illegale, così come la tortura e altri maltrattamenti, ha esortato la Corte d’Appello a riesaminare le condanne tenendo conto delle gravi accuse di tortura e altri maltrattamenti e delle violazioni dei diritti processuali dei condannati. «Qualsiasi accusa politicamente motivata dovrebbe essere respinta e gli standard internazionali di processo equo saranno pienamente rispettati. L’ONU si oppone all’uso della pena di morte in tutte le circostanze» ha detto la portavoce dei diritti umani Ravina Shamdasani.

Leave a reply