Dichiarazione del Partito Radicale all’ONU sulla situazione dei diritti umani in Cambogia
Giovedì 26 settembre durante il dibattito generale del Consiglio ONU per i Diritti Umani in cui venivano esaminate le relazioni sulla situazione in Cambogia, Georgia e Yemen, Phirith Run, iscritto al Partito Radicale, ha preso la parola per una dichiarazione sulla situazione dei diritti umani in Cambogia. Il video della sessione è disponibile a questa pagina. L’intervento di Run è il n. 86.
Grazie signor Presidente.
All’inizio di questa Sessione, l’Alto Commissario Michelle Bachelet ha informato il Consiglio che la situazione dei diritti umani in Cambogia continua a peggiorare quotidianamente. Ha presentato un quadro chiaro della repressione in corso che viola la costituzione cambogiana e i Trattati internazionali come l’Accordo di pace di Parigi. Ha affermato che “quest’anno, la polizia o i tribunali hanno interrogato oltre 130 persone e almeno 22 membri o sostenitori dell’opposizione sono attualmente in detenzione, con una serie di accuse penali o condanne direttamente o indirettamente correlate alla loro opinione politica”.
Questi non sono solo numeri, ma tragedie umane provocate dal governo che potano il nome Kem Sokha, Kong Mas, Parn Soksovanny e Sou Yean, a cui si sono aggiunti negli ultimi giorni Yu Chantheany, Ly Mengkheang, Ly Lin e Chhun Thaiyuth. Centinaia di altri, per paura dell’arresto, si nascondono in Cambogia o sono fuggiti in Thailandia e oltre.
Il Vice Primo Ministro cambogiano ha ordinato alle autorità di monitorare attentamente le pagode, accusando i cittadini identificati come membri dell’opposizione di tenere riunioni illegali durante la cerimonia buddista di Pchum Beun. Migliaia sono sotto stretta sorveglianza. Ad esser intimidito, accusato e detenuto è chi ha chiesto il rilascio di Kem Sokha, presidente del Cambodia National Rescue Party (CNRP), illegalmente detenuto da oltre due anni, e chi sostiene il ritorno dall’esilio del presidente ad interim del CNRP, Sam Rainsy, il 9 novembre.
Tali minacce, false accuse e arresti seriali sono gravi violazioni dei diritti umani che questo Consiglio deve condannare. Hanno conseguenze di vasta portata che vanno oltre la paura: separano famiglie, impediscono ai bambini di andare a scuola, causano l’abbandono delle fattorie. Inoltre, la sospensione ormai prossima del tariffario preferenziale commerciale con paesi occidentali causata dalla mancanza di rispetto dei diritti umani peggiorerà ulteriormente la situazione.
Chiediamo a questo Consiglio di esercitare la massima pressione sul governo cambogiano affinché cessi immediatamente le sue politiche oppressive. Questo Consiglio deve agire e fare tutto il possibile per garantire che tutti i detenuti e i prigionieri politici siano immediatamente rilasciati e che il ritorno annunciato del leader dell’opposizione in esilio a novembre si trasformi in un’opportunità per tornare al dialogo, alla riconciliazione, a elezioni libere ed eque e alla prosperità per tutti i cambogiani.