Dall’inizio dell’anno sono 44 i suicidi in carcere. Si tratta spesso di giovani vite che non riescono a sopravvivere alla bruttura del sistema, o di persone malate che non ricevono cure adeguate e tempestive.
Non esiste metallo che regga alla forza della disperazione di chi si vede costretto tra quattro mura in condizioni disumane, così nel corso della propria detenzione questi uomini ideano e attuano quanto può servire a raggiungere l’obiettivo finale: togliersi la vita. In carcere ci possono riuscire in vari modi: inalando il gas direttamente dalle bombolette di butano che i detenuti utilizzano per cucinare i pasti; ci si può avvelenare con i farmaci o i detersivi; c’è chi sceglie di togliersi la vita soffocandosi con un sacco in testa o chi utilizza il laccio della felpa come cappio da stringersi intorno al collo.
Di fatto ed è incontrovertibile per i decessi, esiste la pen a di morte, vietata dalla costituzione.